---Sinai
amaro e magico.
(stralcio
dei miei appunti di viaggio al seguito della 3° Granfondo del Deserto)
Dal
13 al 20 febbraio ho partecipato alla 3° settimana ciclistica e alla Gran
Fondo del Deserto Pinarello che si è svolta a Sharm El Sheick, nella penisola
egiziana del Sinai. Purtroppo lunedì 14, primo giorno dedicato agli allenamenti
si è verificato un incidente mortale che ha coinvolto un gruppo ciclisti
della nostra comitiva.
Due di loro Andrea di Firenze e Lorella di Faenza, entrambi poco più che
quarantenni, hanno perso la vita e ora le loro anime aleggiano per sempre
nei cuori e nei ricordi di chi li ha conosciuti e amati tra le sabbie
e le montagne desertiche e assolate della sacra
terra del Sinai. La notizia del mortale incidente ci ha tutti raggelati.
Per il giorno seguente, martedì 15, tutte le uscite concordate sono state
sospese in segno di lutto e in attesa del da farsi. Mercoledì 16, anche
per volontà ed espresso desiderio dei parenti delle vittime, la settimana
è proseguita regolarmente con i programmi e gli allenamenti preventivati.
Così sicuramente avrebbero voluto i loro cari grandi amanti della bici.
Giovedì 17 è stata effettuata regolarmente la 3° GF del deserto sia pure
in senso contrario alle precedenti edizioni.
Questa volta abbiamo pedalato da Sharm El Sheikh a Dahab, con il percorso
ridotto a 105 chilometri dei 115 preventivati per motivi di viabilità
e di sicurezza, data la concomitanza con la seconda tappa del giro d’Egitto
per dilettanti, in partenza ugualmente dal nostro Residence Domina Coral
Bay. Per questo motivo ci si è potuti avviare solo alle 10,50, tutti d’accordo
nel rispettare un andatura controllata fino al km. 20, luogo in cui è
avvenuta la disgrazia.
Qui, abbiamo potuto presenziare ad una toccante cerimonia commemorativa
culminata con la posa di due corone di alloro alla loro memoria, presenti
numerose autorità locali e lo stesso cappellano del nostro Residence.
Una volta ripartiti sono stati osservati ancora alcuni chilometri di tregua
prima di dare il via libera alla corsa. A questo punto, da buon cicloturista,
ho mollato quasi subito la presa e dato il via libera agli scatenati corsaioli.
Strada facendo ci siamo ben presto trovati in un gruppetto di una decina
di ritardatari, tra cui una simpaticissima ciclista di Vittorio Veneto
(la signora Oriana) con la quale, unitamente al mio compagno di squadra
Rino Caporali, abbiamo
scalato la lunghissima e infuocata salita verso il Passo Sharira (657
m.) e percorso la successiva ultra godevole velocissima discesa verso
l’arrivo,
posto all’interno del parco dell’Hotel Hilton di Dahab, dove siamo arrivati,
noi tre assieme, facendo registrare il tempo effettivo
(quello ufficiale è più alto per via della lunga fermata commemorativa)
di 3h 56’ alla spettacolare media di 26,2 km/ora. Niente male...
Bravissima la signora Oriana che pur soffrendo in alcune occasioni, non
ha mai mollato le nostre ruote. Tutta la granfondo si è svolta
su un tracciato semplicemente favoloso e spettacolare, su strade asfaltate,
con poco traffico veicolare: poche volte ho visto dei posti così brulli,
ma altrettanto caratteristici e belli. Sul percorso praticamente mai un
segno di vita: ne un filo d’erba ne una pianta, ne un qualsiasi animale.
Silenzio
assoluto. Solo qualche sparuto piccolo villaggio di Beduini ha rotto questa
specie di incantesimo,
dove frotte di bambini, sporchi e vestiti di cenci neri ci rincorrevano
per lunghi tratti, chiedendoci ostinatamente caramelle o qualcosa da mangiare.
Se andate da quelle parti non dimenticatevi di portare qualcosa per loro.
Sarete contenti. Giù
di sella poi, in questa sacra terra,
è stato quasi d’obbligo programmare un’intera giornata alla visita del
Monastero di S. Caterina, come abbiamo fatto. Ancora meglio sarebbe stato
abbinarla alla lunga e dura scarpinata necessaria per raggiungere – artendo
dai 1537 m. del Monastero - i 2285 m. della vetta di un favoloso “Gebel
Moussa”, ossia il Monte Sinai,
luogo sacro per Ebrei, Cristiani e Musulmani. A parte il fascino della
sacralità dei luoghi siamo rimasti colpiti dagli straordinari suggestivi
paesaggi di rara bellezza, via, via, incontrati lungo il percorso.
Veramente unici al mondo. La vista di questi luoghi da sola può valere
un intero programma di vacanze.
Aurelio Battiston
|