Le
3 Cime di Lavaredo
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Le
foto: -----Il giorno prima -------Le 3 Cime |
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Tre Cime Lavaredo, venticinque
anni dopo. Tre Cime Lavaredo, vingtcinq années
après. |
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testo
in fase di elaborazione Tullio Pavanell |
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Pour
vous rendre au LAC DE MISURINA, les routes sont bien aménagées
et je vous conseille de visiter TOBLACH/DOBBIACO. Donc départ du lac avec tulio pour rejoindre georges et piero partis un peu plus tôt. Le premier kilomètre est intense, pour preuve le panneau qui indique un dénivellé de 16% La route longe ensuite un lac et redescend sur 1 KM vers le péage. TARIF ALLER RETOUR : -20 euros pour la voiture -10 euros pour la moto - et 7,50 euros par personne pour le car Nous, on est passé gratuitement sur le vélo. L'ascension après le péage recommence pour rattraper le retard car il y a 688 mètres d'écart entre MISURINA et le FORCELLA LONGERES Route entourée de paroies et de pics, quelques oiseaux guettent la fatigue du cycliste ! Que de dentelles calcaires ! Car n'oublions-pas que les DOLOMITES ne font pas partie de l'épine dorsale alpine. Elles n'en sont que les contreforts au même titre que LES BAUGES, LA CHARTREUSE ou LE VERCORS par exemple côté français. Retrouvailles avec GEORGES et PIERO au refuge AURONZO (j'ai terminé les 2 derniers km à pied !). Georges nous sert de guide et nous explique la montagne. Ensuite nous nous dirigeons vers le refuge LAVAREDO-2344 m en nous faufilant à travers les groupes de marcheurs dont un groupe de japonais. Pour atteindre le col à 2467 m nous devons mettre pied à terre car de la caillasse non stabilisée nous attend. Au somment un vent glacial et une merveilleuse vue nous récompense de nos efforts. Les nuages s'annoncent menaçant et le chemin qui continu nous semble austère, demi-tour et descente vers MISURINA en "serrant les freins" Au péage nous avions droit à une remontée gratuite, mais nous avons préféré continuer pour un plat de SPAGHETTI Pour résumé cette journée : LES COLS SEPARENT LES EAUX, MAIS RASSEMBLENT LES PEUPLES Raymond Charras |
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Inferno
e paradiso. Le 3 cime di Lavaredo fanno parte di quella categoria di salite che affascinano ma nello stesso tempo incutono timore. Non tanto per la paura di non farcela ma perche sai benissimo che per arrivare in cima, in paradiso, dovrai passare attraverso l'inferno dove non c'è l'evengelico "pianto e stridor di denti" ma fatica, tanta tanta fatica che ti lascerà il segno nei muscoli e nella testa ma ti lascerà anche la convinzione che nessuna salita ti è preclusa. Questo è stato per me il senso di una magnifica giornata che in compagnia di Giorgio, Raymond e Tullio mi ha portato ai piedi ed attorno a quella che Giorgio chiama "La magnifica Trinità". Il giorno prima ci siamo concessi, Giorgio ed io, un antipasto "leggero": Misurina, Passo 3 Croci m. x.xxx, Crtina, Passo Cimabanche m. 1.5xx, Carbonin, Passo Misurina (Valico di Colle S. Angelo) m, 1.7xx, Misurina pedalando sempre col pensiero fisso delle pendenze che l'indomani avremmo trovato negli ultimi quattro km. Nella notte si scatena un violento temporale. Al mattino alle 5.00 si sente ancora gocciolare il tetto dell'albergo e tra me eme provo quasi un senso di sollievo: sarà per la prossima volta, mi dico, ed esco per verificare di persona: non c'è una nuvola, solo una leggera nebbiolina che prelude ad una giornata stupenda. Colazione, con Giorgio che la rimena col suo ginocchio (sembra quasi che si sia inventato tutto da come padala) poi in sella e via ciascuno per conto proprio e con i propri pensieri. La rampa per arrivare al lago di Antorno è di quelle che ti fanno avere le visioni ma so che è relativamente breve e senza troppi problemi arriviamo al lago. Qualche km di falsopiano e di salita "normale" poi gli ultimi 4 km. Su queste salite non bisogna guardare il computerino di bordo bisogna usare la testa e tutte le risorse fisiche e psichiche che a dispetto degli anni, del peso e delle sigarette ti consentiranno di arrivare in cima. Quando le gambe fanno male, scorro mentalmente tutte le fibre dei muscoli doloranti per rilassarle, scioglierle ed allontanare l'acido lattico che mi immagino come un liquido vischioso e biancastro come il lattice dei fichi acerbi. Quando alzo lo sguardo e vedo il muro di asfalto mi persuado che è un'illusione ottica ed allora vedo le pendenze che lentamente si spianano. Se non sono visioni queste!!! A 1.500 metri dal Rifugio Auronzo mi affianca Tullio che mi segnala Raymond più in basso. Ad un tornante mi fermo per fotografare Raymond che scorgo in basso poi risalgo ed arrivo al Rifugio Auronzo con un terrificante urlo di sollievo che spaventa alcuni bambini che giocano lì vicino. Poi arriva anche Raymond. Congratulazioni reciproche, grandi risate di sollievo, foto a volontà e abbondante caffè. Il resto ve lo ha raccontato qualcun'altro. Da rilevare solo un volo a pelle di leone scendendo da Forcella Lavaredo. Tengo a precisare che nonostante l'intensa concentrazione e il lavorio mentale, non ho mai smesso di ammirare le stupende dolomiti e le diverse prospettive che con lo scorrere dei metri via via mi si presentavano. Piero Rota |
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