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Dopo aver
chiesto alcune informazioni a Giorgio, sabato 29 luglio raggiungo Sion passando
per il tunnel del Gran San Bernardo. Seguendo il consiglio di Giorgio (
e trovando difficoltà a parcheggiare in città, raggiungo Chandolin(
circa 850 m.) e lascio l'auto all'uscita del villaggio, vicino a una chiesetta.
Scarico la bici e mi accorgo che ho preso la MTB invece della bici da strada
- il problema sono le scarpe ma rimedio subito con le scarpe da ginnastica
che tengo sempre nel baule dell'auto.
Parto: breve discesa, tunnel dritto di 200 netri, poi si inizia a risalire:
strada ampia e traffico assente, tornanti e pendenza tra il 5 e 7%. Intanto
il tempo si rannuvola ma la temperatura rimane attorno ai 25 gradi. Breve
sosta a quota 1400 metri per una fetta di torta ed un caffè presso
uno dei numerosi alberghetti che costellano la salita. Riprendo ed intanto
si cominciano a sentire tuoni minacciosi in lontananza. e comincia a piovere.
Breve tunnel dritto e sono a Visse (1590 m.). Non sarà certo l'acqua
a fermarmi. Riparto senza indossare la mantellina - le pendenze aumentano
di poco tra il 7 e l'8%, la pioggia a tratti violenta è però
quasi sempre sopportabile e poi quasi cessa. Ormai ho lasciato il bosco
e sono tra i pascoli annunciati da muggiti e scampanii lontani. Altro tunnel
dritto di 200 metri poi a quota 1.950 il tunnel con curva che mi aveva preannunciato
Giorgio. impugno la pila ed entro: di colpo si accendono le luci che mi
consentono di percorrere gli 800 metri in piena sicurezza: solo gli svizzeri
possono pensare di mettere una cellula per illuminare solo quando è
necessario. Mancano ancora poco meno di 3 km con il valico che si intiusce
sulla sinistra dietro il costone. di fronte ho un ghiacciaio che stando
alle carte dovrebbe essere quello dei Diablerets. Intanto la pioggia si
scatena es arrivo al valico quasi senza accorgermene, zuppo fradicio. Per
fortuna sul valico (assenza di cartello) c'è un provvidenziale riparo
in legno dove non entra la pioggia. Mi copro ed arrivano 2 tedeschi che
stavano arrampicando nei paraggi. Mi faccio fotografare e inizio la discesa.
E qui si rivela provvidenziale aver preso la MTB: i copertoni scolpiti ed
i freni idraulici mi consentono di scendere con sicurezza a velocità
per me inusitate anche con l'asciutto.Verso i 1.200 metri la pioggia finisce
ed in breve mi ritrovo al tunnel - breve risalità fino a Chandoln
e finalmente ritrovo nell'auto un accendino funzionanate (quello che avevo
con me si era bagnato). Commento conclusivo: la salita mi èpiaciuta
moltissimo sia per l'assenza di traffico sia per le pendenze abbordabili
sia per quel pizzico di avventura che ti da il pedaloare solitario sotto
la pioggia.
Piero |
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