III
Randonnée di San Benedetto: Monte Fumaiolo ed Eremo di Camaldoli
Domenico Costa si è risvegliato dal letargo invernale e ci ha inviato
le sue esperienze al Raduno di san Benedetto (ndw)
RADUNO DI SAN BENEDETTO
Anche quest'anno, l'amico Giordano, di Città di Castello, ha organizzato
la "Randonné di San Bedetto". L'appuntamento è a
Bagno di Romagna sabato 22 settembre. Non conosco affatto la regione ed
essendo intenzionato ad intrattenermi in quella località alcuni giorni,
consulto le mappe per pianificare alcuni percorsi interessanti. Ho sentito
sovente parlare della bellezza delle foreste Casentinesi. Sono inoltre affascinato
anche dal Monte Fumaiolo, meta degli allenamenti del grande Marco Pantani.
Il raduno è un buon pretesto per trascorrere alcuni giorni di vacanza
lontano da Bardolino, cosa quest'anno, per me complicato, non ho potuto
fare.
Giovedì pomeriggio sono in partenza per Acquapartita; venerdì
sera arriveranno anche Piero, Tullio e Giordano.
Il programma che ho fissato prevede: venerdì 21 scalata del Monte
Fumaiolo, percorso di circa 58 km.; sabato il pellegrinaggio all'Abazia
di Santa Maria del Monte, percorso molto severo di 132 km.; domenica 23
salutare giorno di riposo; lunedì 24 visita all'Eremo di Camaldoli,
percorso di km. 85 circa.
VALICO DI MONTE FUMAIOLO
Venerdì 21 settembre 2008
Percorso:
Acquapartita, San Pietro in Bagno, Bagno di Romagna, Verghereto, Montecoronaro,
Le Ville, Le Balze, Monte Fumailo, Le Balze, Bivio per Alfero, Alfero, Incisa,
Acquapartita per 58 Km. circa - media 17,5 km ora.
Valichi :
- Sella di Verghereto m. 812 (n° 2503) km. 8.
- Valico di Montecoronaro m. 853 (n° 2504) km. 2.
- Sella di Balze m. 1003 (n° 2515) km. 7,5.
- Valico Monte Fumailo m. 1348 (n° 2514) (BIG 768) km. 3 circa.
- Valico del Passino m. 1073 (n° 2517) km. 3 circa
- Passo dell'Incisa m. 822 (n° 2501) km 2 circa) - chilometri totali
salita : 26 circa.
La giornata è splendida anche se abbastanza fresca. Verso le undici
lascio l'albergo di Acquapartita e, dopo sette km. di discesa, raggiungo
San Pietro in Bagno. A fine discesa mi immetto sulla SS71 in direzione Bagno
di Romagna e Passo dei Mandrioli. Il fondo stradale e buono ed il traffico
è praticamente assente. Superato Bagno di Romagna si imbocca a sinistra
la SS3bis seguendo le indicazioni per Verghereto e Valico di Monte Coronaro.
La carreggiata è sufficientemente ampia mentre il fondo stradale
si presenta a tratti dissestato. La pendenza si accentua ma presenta mai
tratti impegnativi. Dopo quattro km. di salita si vede il paesino di Vergereto
e la sella molto evidente in cui è collocato. Lo scollinamento si
trova proprio nella piazza della chiesa.. A quell'ora il centro è
praticamente deserto. Ora proseguo in discesa per circa due km. e quindi
riprendo a salire verso il Valico di Monte Coronaro. In qualche tratto ora
la pendenza raggiunge anche l'8%;
il bosco ai lati della strada è piuttosto magro e pertanto si è
esposti al sole. Ma oggi non è un problema. Raggiungo il valico di
Montecoronaro che, come si vede dalle foto, è molto angusto: solamente
strada e cartello di valico. Nessuna auto in transito. Per trovare un posto
di ristoro è necessario percorre circa due km. di discesa fino al
paesino di Ville, dal quale, tenendo la sinistra, inizia la salita che in
7,5 km. porta a Balze. La salita non presenta mai pendenze di rilievo ed
il manto stradale a tratti sconnesso. L'inizio della salita è in
buona ombra, ma avvicinandosi a Balze la strada esce allo scoperto ed intravedo
la mia meta anche se ho da pedalare alcuni km. Adesso sulla sinistra c'è
una strana parete costituita da curiose formazioni rocciose stratificate.
Raggiungo le prime case ed ecco a sinistra l'inizio della salita per il
Valico di Monte Fumaiolo. Subito la pendenza aumenta al 7/8%, ma non è
che l'antipasto. Infatti da Balze, 1096 metri, in poco meno di tre km. si
sale ai 1348 metri del Valico (la tabella è chiaramente errata).
Dopo circa 1550 metri di salita si arriva ad un bar e la strada presenta
un deciso tornante sinistrorso. La segnaletica indica pendenza 10%, ma si
tratta della media! La carreggiata si restringe ed il fondo è molto
sconnesso. L'unica consolazione è che si pedala all'interno di un
folto bosco i cui alberi formano una galleria verde. Le pendenze aumentano
e raggiungono picchi del 13/14%. Anche se pedalo col 34X26 mi sento, come
si dice, impiantato; la velocità a tratti scende a 7/8 km. ora. E'
in questo tratto che scorgo davanti a me due ciclisti che procedono zigzagando
con molta fatica, forse non dispongono di rapporti adeguati. Mi impegno
al massimo delle mie possibilità ed in breve li supero. Siamo a circa
500 metri dal culmine, arriveranno al valico dopo oltre un minuto. La sosta
dura il tempo di fare due foto, indosso la mantellina e scendo per tornare
a Balze, da dove proseguo in direzione Rimini. Dopo poco abbandono la strada
per Rimini seguendo le indicazioni per Alfero, ed ecco la sorpresina. Uno
strappo di oltre un km al 15%. Superato l'ostacolo la strada prosegue a
saliscendi ed il paesaggio si presenta alquanto brullo. Solo di tanto un
tanto qualche piccola macchia di bosco. Lasciata la deviazione per il centro
di Alfero sulla sinistra procedo in direzione del Passo Dell'Incisa. Il
fondo stradale è ottimo e la pendenza si attesta intorno al 6%. Ai
lati della strada boschi di castagni. Raggiungo il valico, nessun cartello
e pertanto decido di proseguire; dopo circa 3 chilometri di discesa sono
di nuovo ad Acquapartita, chiudendo così il percorso.
EREMO DI CAMALDOLI
Lunedì 24 settembre 2008
Percorso: Bagno di Romagna, Passo dei Mandrioli, Badia Prataglia, Soci,
Ponte a Poppi, Pratale, Moggiona, La Maestà, Camaldoli, Eremo di
Camaldoli, Passo Fangacci, Badia Prataglia, Passo dei Mandrioli, Bagno di
Romagna Km. 85 circa, media 16/17 km. ora.
Valichi:
- Passo dei Mandrioli m. 1173 (n. 2502) (BIG 767) Km. 11;
- La Mestà m. 902 (n. 2825) Km. 13;
- Valico Prato alla Penna m. 1252 (n. 2496) Km. 2;
- Passo Fangacci m. 1234 (n. 2497) in lieve discesa sterrata;
- Passo dei Mandrioli - da Badia Km. 5; chilometri totali di 28 considerando
anche i terribili, ma affascinanti, tre km. scarsi dal paese di Camaldoli
all'Eremo.
Giornata splendida ma alquanto fresca. Decido di raggiungere in auto Bagno
di Romagna ed iniziare la mia pedalata dallo stesso parcheggio da cui siamo
partiti all'alba di sabato per Cesena. Eviterò così gli ultimi
chilometri di salita per rientrare ad Acquapartita in bici. Alla fine di
una giornata intensa sarebbero stati senza dubbio pesanti da fare in bici.
Lascio
il parcheggio di bagno verso le 10 e mi avvio lent6amente verso il centro
del paese seguendo le segnalazioni per Firenze e Passo dei Mandrioli. Sto
percorrendo la SS71 che mi accompagnerà fino a Soci. All'uscita del
borgo la strada, ottima, inizia a salire dapprima dolcemente. Mano amano
che si procede le pendenze si accentuano. Le maggiori difficoltà
si incontrano nella prima parte dell'ascesa con picchi anche al 10%. Tuttavia
si può affermare trattarsi di una salita molto regolare anche se
da prendere con calma essendo situata all'inizio del percorso e di conseguenza
senza alcun riscaldamento. Il traffico è praticamente assente. Procedo
a 10/12 Km. cercando di ammirare il panorama, che su questo versante non
è esaltante. A circa un chilometro dal passo si trova un vecchio
albergo chiuso. Raggiungo il valico.E' molto angusto. Praticamente c'è
spazio solo per la strada. Per fare la foto devo mettere la bici nel fosso
di scolo delle acque e sperare che non arrivino auto. Mentre sto preparando
per la discesa, dal versante toscano arriva un anziano ciclista. Scambiamo
due parole. Mi dice di essere a Bagno di Romagna per cure termali. Ci salutiamo
e proseguo per Badia. La strada presenta parecchi tornanti. Il fondo stradale
si mantiene ottimo. Ora l'ambiente è molto più bello. La
strada è completamente all'ombra ricoperta dalla fitta vegetazione
del bosco. Da Badia proseguo sempre in discesa fino a Soci. Il bosco è
più magro e la strada è esposta al sole. Non ho fretta, mi
guardo intorno per scrutare il paesaggio. A Soci prendo a destra seguendo
le indicazioni per Ponte a Poppi, che raggiungo in fretta dopo aver superato
una piccola salita. Ed ecco sullo sfondo il Castello di Poppi, che, dall'alto
di una collina con una fitta pineta, domina la vallata. Ponte a Poppi è
una zona industriale con orribili capannoni. Mi immetto, girando a destra,
sulla SS30 che abbandonerò molto presto prendendo, a destra, la strada
con le indicazioni Mangiona ed Eremo di Camaldoli. Inizia la salita che
mi porterà al secondo valico di giornata, La Maestà, posto
a circa 900 metri. La carreggiata è sufficientemente larga ed fondo
stradale è ottimo. L'ampia vallata consente di spaziare con lo sguardo
sui campi coltivati e sulle montagne che la delimitano. La salita non è
molto impegnativa, infatti tranne alcune impennate affatto proibitive presenta
costantemente pendenza al 5/6%. Prima di Moggiona la strada procede per
circa due chilometri in falsopiano. La vegetazione comincia ad esseree più
consona ad un ambiente montano. Lasciato sulla destra il bivio per il centro
abitato, proseguo in salita. Le salita è ora più impegnativa
con pendenza costante al 8/9%. Ai lati della strada un bel bosco di pini.
Raggiungo il valico La Maestà segnalato da una targa in pietra. E
qui commetto un grosso errore. Infatti venti metri dopo lo scollinamento,
sulla sinistra si dirama una strada asfaltata con le indicazioni per l'Eremo
al quale si arriva dopo circa 4 chilometri. Io invece proseguo per il borgo
di Camaldoli che raggiungo in discesa perdendo così oltre 150 metri
di dislivello. Il paesino e costituito da un vecchio albergo e sulla destra
da un antico palazzo con la chiesa, il tutto contornato da poche case. Al
termine del paese trovo un bivio. Non ci sono indicazioni e chiedo informazioni
ad una signora. Mi dice che devo proseguire dritto e che questo versante
per l'Eremo è il più cattivo di tutti.
Proseguo e subito si presente un'impennata al 12/13%. Ma siamo solo all'inizio
dell' inferno. La sede stradale è praticamente sommersa da un pineta
secolare di alberi dal fusto maestoso: un ambiente veramente spettacolare.
Dopo circa 700 metri la pendenza si attesta al 20% ed otre e pertanto decido
di percorrerla a piedi. Incrocio due turisti tedeschi che salutandomi mi
scrutano incuriositi. La passeggiata dura circa un chilometro e finalmente
a cinquecento metri dal piazzale dell'Eremo spiana completamente. Risalgo
in bici ed in breve sono sull'ampio piazzale davanti all'ingresso dell'Eremo.
Una signora che è in attesa si presta a farmi delle foto. Mi rifornisco
di acqua e dopo aver mangiato due barrette riprendo a pedalare in salita.
La strada è ancora immersa nel verde del bosco e sarà così,
tranne che nel centro di Badia, fino alla cima del Valico dei Mandrioli.
La salita prosegue con buone pendenze ed in perfetto asfalto fino ad un
primo valico. Ora sono sullo sterrato che al momento, fino al Passo Fangacci,
prosegue in falsopiano.Il fondo si presenta compatto anche se bisogna fare
attenzione alla presenza di parecchio brecciolino mobile. Superato il Passo
Fangacci la discesa si fa molto impegnativa e presenta parecchie curve.
Non bisogna permettere che la bici prende eccessiva velocità; il
brecciolino sulla carreggiata è un monito costante. L'asfalto ritorna
alle prime case di Badia dove decido di fare una sosta al bar per mangiare
qualcosa. Alcuni vecchi sonnolenti scambiano qualche parola di tanto in
tanto e mi guardano incuriositi chiedendo notizie sul mio giro. Riprendo
a pedalare in salita verso i Mandrioli, ancora poco più di 5 chilometri
prima della lunga discesa verso Bagno. Forse qualcuno si chiederà
il perché di questa mia pedalata all'Eremo. Dovete sapere che un
Eremo dei Padri si trova anche a Bardolino sulla Rocca del Garda m. 300,
dalla quale si gode un o stupendo panorama e che, quando eravamo bambini
costituiva la meta preferita dei bardolinesi per la passeggiata fuori porta
della pasquetta. Da qui il desiderio di vedere la casa madre dell'Ordine
monastico.
Domenico Costa