Mortirolo
m. 1.852 e Col Carette di Val Bighera m. 2.087
26
luglio 2007 - Ebbene si! Anch'io ho fatto il Mortirolo. Fatto è
una parola brutta. Meglio dire ci sono stato, l'ho salito, l'ho sudato ma
soprattutto ho superato quel blocco psicologico che mi aveva sempre tenuto
alla larga da questo passo che negli ultimi 25 anni ha scandito la storia
del ciclismo e del giro d'Italia. Per la verità la salita dalla Valcamonica
non è più dura di tante altre che ho fatto (vedi Colle San
Carlo e Granon tanto per citarne alcune) ma per vincera la resistenza sono
inconsciamente ricorso ad uno escamotage infantile ma efficace. Come ormai
avrete capito, la mia passione sono i valichi oltre i 2.000 metri e in Lombardia
c'era un oggetto misterioso chiamato Col Carette di Val Bighera m. 2.087
- quando ho cercato di localizzarlo mi sono accorto che l'unica via di accesso
passava per il Mortirolo e così, abbandonando ogni remora, ho deciso
che se Mortirolo doveva essere, Mortirolo sarebbe stato. Già sapevo
che il versante meno duro era quello di Monno ed eccomi a Edolo pronto per
l'impresa. Il programma iniziale era per me ambizioso: Edolo - Monno - Mortirolo
- Col Carette di Val Bighera - Mortirolo - Passo della Foppa - Passo di
Guspessa - Trivigno - Passo dell'Aprica - Edolo.
Poi il programma si è ridimensionato e si è ridotto al solito
andata-ritorno, ma la soddisfazione rimane intatta. Partenza poco dopo le
8.00 in MTB, perchè pensavo che la strada per il Col Carette fosse
sterrata. I pochi km della statale della Valcamonica fino al bivio per Monno
li faccio in un fiato, sfiorato molte volte da auto e Tir che vanno come
dannati. Imbocco la strada per Monno e dopo 1 km vengo raggiunto da Giovanni,
lecchese in vacanza a Vezza d'Oglio, col quale ci scambiamo impressioni
e notizie sulla nostra comune passione. Lui preosegue ed io pure. Alcuni
tornanti non troppo ripidi e sono a Monno. Breve sosta dsulla piazzetta
dove c'è il mercato settimanale e riparto. Giovanni, che si era fermato
a Monno a salutare un amico mi supera di nuovo.
Da Monno fino al primo tornante la strada è piuttosto dura con rampe
brevi e durissime che si alternano a tratti più abbordabili. Poco
più di 1 km tra il primo ed il secondo tornante, più o meno
con le stesse pendenze, poi la strada prosegue lungo la costa della montagna,
con curve ma senza tornanti e con pendenze inferiori alle precedenti, fino
al onte Palù. Quì cominciano i dolori: rampe secche (oltre
il 10% fino al 13%) e tornanti stretti, come stretta e la strada che ti
obbliga a tirare dritto senza deviazioni zigzagatorie. Breve sosta all'lbergo
san Giacomo per un buon caffè e poi riparto di muovo, con il Mortirolo
ormai in bella vista davanti a me e sulla destra il Col Carette.
Adesso
le pendenze si addolciscono, arrivo allAlbergo Mortirolo Alto, supero il
bivio per il Col Carette (indicazione Malga Varadega) e finalmente ci sono.
Il valico è deserto e apparentemente non ci sono cartelli ma le scritte
sull'asfalto sono inequivocabili. Poi arriva Cesare seguto dopo una ventina
di minuti da Mario, cesenati entrambi, che sono partiti da Edolo, hanno
fatto l'Aprica come riscaldamento e sono saliti da Mazzo, facendosi un "mazzo"
non da poco. Ci fotografiamo e filmiamo a vicenda, poi io riparto per il
Col Carette, immboccando la stradina asfaltata, 500 metri sotto il passo
dove c'è l'indicazione per Malga Varadega.
La strada è piacevolissima dapprima in mezzo al bosco, poi 500 metri
durissimi da lasciare senza fiato ed infine i pascoli aperti costellati
da malghe. Un ampio giro sulla destra, un tratto di 500 metri al 7% poi
una specie di falsopiano mi porta a quello che sembra il Col Carette di
Val Bighera. Ma sarà vero. Alcune persone arrivate fin lì
in auto mi dicono che il colle è 1 km più avanti, su una stradina
sterrata che si stacca dalla strada asfaltata sulla sinistra e che porta
in Val Bighera.
In effetti sembra logico e in breve sono al punto più alto della
strada e vedo il valico 50 metri sotto di me. Ci vado e da li parrebbe che
il valico sia quello dove ho incontrato le persone in auto, proprio sotto
una malga. Ritengo che sia come per il Colle della Vecchia che le carte
indicano nel punto basso che si affaccia sulla vallle sottostante, mentre
il valico geografico sta sul crinale spartiacque. Rimetterò la questione
a Giorgio. Alle 15.30 inizio a scendere, raggiungo la strada del Mortirolo
con arditi slalom tra i bovini che invadono la stradina e le loro tracce
scivolose. Al bivio breve esitazione ma poi deciso che sono soddisfatto
cosi e raggiungo di nuovo l'Albergo San Giacomo per una meritata birra e
caffè doppio. Poi senza soste fino ad Edolo. Rapida doccia e alle
21.30 sono a casa.
.Devo ringraziare Aurelio per le preziose indicazioni e devo scusarmi con
Giorgio per non aver approfondito la esatta ubicazione del valico geografico
del Mortirolo, ma la lucida curiosità del ricercatore di valichi
è stata soppiantata dall'appagamento del cicloscalatore
Piero Rota
Percorso: Edolo - Monno - Passo del Mortirolo - Col Carette
di Val Bighera - Monno - Edolo
Lunghezza: km 49,19
Dislivello in salita: m. 1.472
Tempo totale: ore 9:19:46
Tempo in bici: ore 5:26:40
Nota. interramente percorribile con la bici da strada su buon asfalto -
La quota 1.896 è riferita al Valico geografico mentre il valico stradale
è indicato a m. 1.852