Cancano, Val Mora, Santa Maria e .... : 2 giorni in MTB


Mappa complessiva- --Mappa 1° giorno---Foto di Piero----Foto di Tullio --Altimetria--- Altimetria da www.salite.ch----Videoclip-

Questo giro l'avevo in testa da un paio d'anni, da quando il mio fidato ciclista di Casale Monferrato, Virginio Pinato mi aveva parlato della salita di Cancano e dei Laghi di Fraele. Mi accordo con Tullio e decidiamo per il 2 e 3 di agosto, anche se il meteo annunciava possibili temporali e piogge nella serata e nella notte tra il 2 e il 3. Ci troviamo nel tardo pomeriggio del 1° agosto a Premadio, all'Albergo Alpina (breve doverosa parentesi: ottima e cordiale ospitalità, buona cucina e prezzi veramente modici) dove ci ripassiamo il programma per i 2 prossimi giorni: primo giorno: salita di Cancano, Torri di Fraele, laghi di Cancano e San Giacomo, pranzo, Passo di Fraele, Passo Val Mora, Doss Radond, Santa Maria in Val Monastero (o im Mustairtal) e pernottamento a Santa Maria all'Hotel Alpina (altra parentesi: stesso nome, stesso trattamento e prezzi abbordabilissimi) - secondo giorno Umbrailpass (o Giogo di Santa Maria, Passo dello Stelvio, Passo Pratigliole, Bormio. Dall'Albergatore apprendiamo che la salita di Cancano è stata asfaltata fino alle Torri di Fraele e se questo ci toglierà una parte del gusto di pedalare su strada bianca dall'altro ci agevolerà la salita
Primo giorno, 2 agosto. Partenza alle 8.00 del mattino seguente con qualche nuvoletta che va e viene - alla chiesetta della Pietà si prende a sinistra e si inizia la salita vera e propria - ritmo lento ma costante, si superano i 3 tornanti iniziali separati da lunghe tirate. Dopo il terzo tornante quasi 2 km di dritto fino ad arrivare ai piedi dell'ultimo balzo dove inizia la sertie di tornanti che ci porterrà alle Torri di Fraele. Breve sosta nel pianetto (con panchina) per prendere fiato e poi via sui 17 (almeno mi pare) tornanti che in rapida successione portano alla prima galleria, ormai alla stessa altezza delle Torri. Seconda galleria e poi le Torri di Fraele. Orgia di foto sulla sequenza dei tornanti e poi di nuovo in sella, questa volta su ottimo sterrato, costeggiandoi 2 laghi sulla sinistra, con un continuo su e giù fino al Ristorante San Giacomo dove parcheggiamo le bici e ci accomodiamo a tavola. Piatto unico di polenta e salsicce grigliate, scambiamo alcune impressioni con un gruppo di ciclisti del gruppo MTB di Livigno e poi in 10 minuti siamo al Passo di fraele alla fine del Lago San Giacomo. Le cartine dicono di proseguire per 1,5 km e poi tenere la destra per il Passo val Mora. Così facciamo e siamo ai 1934 metri del Passo Val Mora, punto di confine tra Italia e Svizzera e tra la Valle di Fraele e la Val Mora. Quasi subito inizia un single-track di poco più di 2 km che tagliando il pendio sovente ricoperto da pietraie (alcuni passaggi delicati o franati vanno ovviamente percorsi a piedi) porta ad un ponticello a 1.980 metri di quota, che consente di passare dall'altro lato del torrentello Aua da Val Mora. Ancora 1,5 km ed incontriamo la strada che scende dalla Buffalora, ampia e senza pietre. La valle intanto si è allargata ed è una vera meraviglia, pascoli con vacche e campanacci, fiori, pochi alberi: abbiamo superato i 2.000 metri di quota e ci incamminiamo verso il Doss Radond (7 km) dove la strada inizierà a scendere verso Santa Maria. Intanto le nuvole si sono fatte nere. Dico a Tullio di proseguire fino al Doss Radond dove lo raggiungerò. Inizia a piovere e poi a grandinare. Mi rparo in un boschetto di abeti nani cercando di mettere al sicura la macchina fotografica e la videocamera. Poi riprendo la strada: adesso la pioggia è quasi terminata e la strada sale dolcemente.
La Val Mora è un incanto e le gambe girano automaticamente mentre lo sguardo cerca di catturare ogni particolare di quello stupendo paesaggio. Raggiungo Tullio a 10 minuti dallo scollinamento del Doss Radond, nei pressi di una baita dove il prato è costellato di stelle alpine. Infine siamo sul Doss Radond m. 2.234 che si rivela un vero e proprio valico, cioè una depressione tra il Pizz del Doss Radond m. 2.906, sulla sinistra (guardando verso Santa Maria) e il Monte Forcola di pari quota sulla destra. Il valico fa da spartiacque tra la Val Mora appena percorsa e La Val Vau che porta a Santa Maria - verso la Val Mora scorre il torrente Aua da Val Mora, che abbiamo fin qui costeggiato mentre verso Santa Maria scorre il torrente Aua da Vau. Documentiamo con foto e iniziamo a scendere su un ottimo sterrato dove l'unico inconveniente sono i saltelli che ogni 50 metri, con precisione svizzera, i colatoi in legno che tagliano la strada ti costringono a fare. Finiti i pascoli inizia il bosco poi numerose malghe ed infine l'asfalto di SantaMaria.Siamo all'Hotel Alpina dove prendiamo una doccia calda ed una buona cena - intanto ha cominciato a piovere a dirotto. Tullio è ottimista: vedrai che domattina smette.
Secondo giorno, 3 agosto. Ha piovuto tutta notte e continua a piovere. Di salire in bici allo Stelvio neanche parlarne. Se il piano A non è praticabile e improvvisiamo il piano B e il piano C, entrambi con l'obiettivo di portarci a recuperare le auto a Premadio.. Il piano B consiste nel trovare un mezzo (autobus) che ci porti all'Umbrailpass e di li o salire allo Stelio e Pratigliole e poi scendere a Premadio oppure se piove, scendere direttamente a Premadio. Il piano C consiste nel raggiungere in qualche modo Livigno attraverso il pass del Fuorn (Offenpass) e il Tunnel del Gallo e da li arrivare a Premadio attraverso Eira e Foscagno. Il piano B fallisce immediatamente perchè ci dicono che oltre i 2.300 metri sta nevicando: la tentazione sarebbe grande ma dura un attimo poi il buon senso prevale ed eccoci sul postale per Punt la Drossa, dogana e inizio del Tunnel. Attendiamo il bus che collega Zernez a Livigno: il bus arriva e trovando semaforo verde imbocca il tunnel di gran carriera lasciandoci con un palmo di naso (nb. il bus è di una linea italiana di Livigno, tale Silvestri a cui vanno i nostri ....ringraziamenti). Che fare? Ovvio: quello che non avrei mai voluto fare cioè passare i 3,5 km del tunnel in bici con i problemi di claustrofobia che mi porto dietro. Dico a Tullio di starmi dietro e di continuare a parlare e così per 2 km in leggera salità, poi mi faccio cogliere dal panico che quasi mi paralizza - rallento e poi, rincuorato da Tullio riprendo fine a vedere la luce, 300 metri, 200, 100, 50 e poi l'aria sul viso e il blu del lago di Livigno. Al casotto del pedaggio la signora di servizio minaccia di farmi pagare perchè ho ritardato di 10 minuti il traffico - le spiego la situazione e per questa volta va bene, ma la prossima.. non ci sarà una prossima. Al primo bar, all'inizio della lunga serie di paravalanghe ci fermiamo per un caffè e facciamo il punto della situazione: io sono completamente svuotato di energie ed avrò difficoltà a raggiungere Livigno (8 km). mentre Tullio pensa di fare Eira e Foscagno e di rientrare a Premadio in bici. Lui parte ed io piano piano raggiungo Livigno dove trovo un taxi disposto a portarmi a Premadio. Lungo la salita al passo d'Eira superiamo Tullio in piena azione. In cima al Foscagno faccio fermare il taxi condotto dal gentilissimo Moreno Bormiolini (spero di non aver sbagliato il nome) e scendo per aspettare Tullio e fare con lui la discesa su Premadio: almeno questo glielo devo per la pazienza che ha avuto il giorno prima nell'aspettarmi continuamente e per l'incoraggiamento di oggi, sotto il tunnel. Senza di lui sarei ancora la sotto. Il rsto non ha storia. A Premadio riprendiamo le auto lasciate nel parcheggio dell'Albergo Alpina dove il proprietario, quai incredulo, ci saluta calorosamente.
Poi Tullio rientra a Trento per lo Stelvio ed io a Candia Lomellina per Sondrio e Lecco.
Commmento finale: non tutte le ciambelle riescono cool buco, ma la torta è ugualmente squisita.
Tullio Pavanelli & Piero Rota
La relazione al primo giorno fatta da Piero è esatta ed esauriente. Il secondo giorno, per i tratti salienti, è già descritto. Posso aggiungere solamente il pezzo di strada che ho fatto senza Piero, dal Bar del Lago di Livigno, al passo del Foscagno. Lieve pioggia a tratti ma abbastanza freddo ( il mio termometro segnava da + 16° a + 12° al passo). Il passa d’Eira ed il passo del Foscagno, pur con il rampichino, li ho scalati molto bene ( per i miei mezzi).
Ottima picchiata, assieme a Piero, su Premadio
Tullio Pavanelli


Primo giorno
---
Secondo Giorno
Distanza km 43,87 Distanza (Tullio) km 48,00
Dislivello in salita m. 1.252 Dislivello in salita m. 700
Dislivello in discesa m. 1.132 Dislivello in discesa m. 1.300
Tempo in bici ore 5 e 40'
media km/h 7,75 media km/h 18,3
Valichi:
Valichi
1. Passo Torri di Fraele-- m.. 1.941 n. 952 1. Passo d'Eira m. 2.208
2. Passo di Fraele m. 1.952 n. 951 2. Passo del Foscagno-- m. 2.291
3. Passo Val Mora m.. 1.934 CH
4. Paso Döss Radond m.. 2.240 CH

Mappa complessiva- --Mappa 1° giorno---Foto di Piero----Foto di Tullio --Altimetria--- Altimetria da www.salite.ch----Videoclip-ltimetria Rilevata