Tutto
é proposto e nulla é imposto é la divisa dell'U.I.C..
Le formule che fioriscono in continuità per deteminare i vari gradi
difficoltà di una salita , non incomodano nessuno, in particolare
l'U.I.C. Esse possono interessare tutti e nulla impedisce di adottarle
e divertirsi à fare i calcoli, a volte complicati con formule algebriche,
per determinare questa o quella salita, l'una più dura dell'altra
e lui dare il suo valore TEORICO.
Dico teorico, poiché questo valore, nella sua freddezza aritmetica,
non tiene conto delle condizioni atmosferique, la pioggia, la neve (memorabili
quei giorni da tregenda, nei Galibier, Iseran, Furka, Gottardo, Nufenen,
Forcella Lavaredo e ancora tanti altri fatti con tanta sofferenza!), il
freddo, il caldo torrido, le condizioni fisiche del momento, l'età,
il paesaggio che a volte incita andare più dolcemente o meglio
fermarsi per meglio apprezzarlo. Non si mi contraddirà, che trovo
più interessante, più bello, ció che questi valori
teorici non tengono conto delle cose primordiali che sono, la bellezza
dei siti, delle ascensioni che più sono rimaste nelle nostre memorie,
quelle che più ci hanno marcato : Izoard, sublime con la sua "Casse
Déserte", che ci ricorda le epiche lotte di grandi campioni
nei Tour de France di una volta; il Cormet de Roselend attraente per la
sua immensa solitudine pastorale; il maestoso Stelvio con i suoi numerosi
tornanti in decoro decoro di grandioso; lo sconosciuto Col de Toi dominante
il Passo Sella con il suo magnifico panorama esteso sui massicci del Sella,
del Sassolungo e della Marmolada; gli spettacolari Gardena e Pordoi dominati
dal grandioso gruppo del Sella; l'indimenticabile perla del Passo della
Costazza con il suo laghetto e la celebre Baita Segantini ai piedi dei
grandi bastioni perpendicolari delle Pale di San Martino ed il maestoso
Cimon de la Pala, che applicando queste "formule", questo valico
non verrebbe accettato e, che dire dei superbi circuiti delle creste dell'Assietta
e della Bala dei quali, anche quí queste formule non accetterebbero
alcuni valichi! Possiamo immaginare la reazione dei cicloscalatori!
Rispettiamo le idee di ciascuno, a ciascuno la sua filosofia, a ciascuno
di fare la sua lista personale, a seconda delle sue tendenze, anche se
pensano che un piccolo insignificante "colle" come il Bocca
di a Guardia con i sui 19 metri vale la stessa unità di un grandissimo
valico come l'Iseran con i suoi 2764 metri. Ma sapremo noi ricordarci
di questi valori theorici, complessi, rigidi, "anacronici" che
non tengono conto delle situazioni del momento, mentre ricorderemo sempre
i momenti forti, come recentemente, sugli ultimi kilometri, di una ascensione
fatta due mesi fa sotto un sole torrido, in piena "défaillance",
alla ricerca d'una preziosa fontana, sulle rampe d'un modesto Bocca Trabaria
e, come non dimenticare gli amici Giordano e i due Tullio, l'uno d'Iseo
e l'altro di Trento, sublimi con le loro divise dell'U.I.C. che rimasti
con me, mi hanno con la loro presenza, con i loro incoraggiamenti permesso
di sormontare l'ostacolo e..... malgrado la fatica e il caldo soffocante,
nella discesa, fermarmi per meglio apprezzare la bella strada sinuosa
e panoramica che discende verso la valle del Tibre e la Città di
Castello.
Quando penso avere scalato con la mia "Titina" carica con le
due borse e portapacchi avanti, durante la traversata dell'arco alpino
Thonon-Trieste, "caracollare" nel fresco d'un mattino, il mitico
Stelvio, in piena forma, fischiettando senza troppo sforzare, contare
quei meravigliosi tornanti numerati, con le loro altitudini che permettevano
di farmi conoscere la progressione, tutto "assoporando" il grandioso
di questa strada, una delle più spettacolari delle Alpi! Poi, continuando
nella mia progressione..... sublime sorpresa, al mattino, scoprire il
meraviglioso decoro del lago Misurina e la fantastica Trinità ammantate
di neve!
Momenti magici, indimenticabili!
l'Alpino
- Giorgio Rossini N° 8 - Moruel (Francia)
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