Sullo Zoncolan con Simoni
Dopo la presentazione del Giro 2003, l'inedito arrivo sullo Zoncolàn viene considerato da tutti uno dei momenti chiave della corsa; verrà scalato il versante di Sutrio, più "umano" rispetto a quello di Ovaro ma comunque molto impegnativo, con gli ultimi 3,2 km al 13% di pendenza media ed al 20% di massima!
Sulla Gazzetta dello Sport vengo a sapere dell'intenzione di Gilberto Simoni di provare al più presto questa salita; mi viene così un'idea: invio una e-mail a Simoni ed una alla Saeco e mi propongo come accompagnatore; la sera stessa, con mia grande sorpresa, vengo contatto telefonicamente dallo stesso Simoni e ci diamo appuntamento per il giorno 5 dicembre.
All'appuntamento mi presento con mio fratello Marco, che ci seguirà in macchina; poco dopo arriva l'ammiraglia della Saeco, con il Direttore Sportivo Miozzo ed i giovani Cunego e Fuentes; dopo le presentazioni, raggiungiamo la vicina Tolmezzo, dove ci aspettano Gilberto Simoni e Leonardo Bertagnolli. Ci prepariamo, scattiamo qualche foto e partiamo: il tempo non è dei migliori ma per fortuna non piove; decidiamo di percorrere i 65 km finali della tappa ed in breve raggiungiamo l'attacco della prima delle tre salite previste, quella di Fuessa: si sale subito all'8-9%, procedendo a 15-16 km/h, andatura "turistica" per Simoni e compagni, proibitiva per me, specie in questo periodo dell'anno; resisto per due tornanti poi inesorabilmente mi stacco; mi salva l'arrivo dell'ammiraglia, alla quale mi attacco senza indugi, oggi l'importante è esserci!
Dopo lo scollinamento e la successiva discesa, ci aspettano 15 km di veloce dietro-macchina fino a Comeglians, dove inizia la salita di Sella Valcalda; la strada, chiusa per frana, è percorribile solo in bici, per cui decido di rinunciarvi (chi mi avrebbe trainato ?); raggiunta la sella con una strada alternativa, attendiamo l'arrivo dei corridori; un sorso di te caldo e ci buttiamo in discesa verso Sutrio, dove inizia l'attesa salita finale verso i 1730 metri dello Zoncolàn; scattata qualche foto ricordo, si parte; percorro il primo km, poco impegnativo, parlando con Cunego; poi la strada inizia a salire decisamente ed io mi trovo, sempre più spesso, appoggiato all'ammiraglia; raggiunto l'altipiano, si può rifiatare per un tratto; indico ai corridori la nostra meta, 400 metri più in alto; invasa dalla neve e comprendiamo subito che sarà impossibile raggiungere la cima in bicicletta; infatti, proprio all'inizio dei terrificanti chilometri finali, la neve ci costringe a mettere piede a terra; con due fuoristrada, messici a disposizione dalla locale "Carnia Bike", raggiungiamo comunque la sella del Monte Zoncolàn. Dalla macchina si intuisce che la pendenza è estrema, spaventoso risulta il rettilineo finale; in cima fa molto freddo ed il vento soffia fortissimo; Simoni raccoglie e sistema nella neve il cartello di valico per le foto di rito; poi, infreddoliti, scappiamo giù.
Ci trasferiamo in un albergo della zona, dove ci aspetta una doccia ristoratrice ed un 'ottima cena; c'è anche il "frico", specialità friulana apprezzata da tutti; Simoni è rimasto impressionato dallo Zoncolàn: servirà il 27 e la tripla in caso di pioggia…; si parla poi di salite mitiche, come le Tre Cime di Lavaredo, che tutti vorrebbero riproposte al Giro; il tempo passa inesorabile, arriva il momento dei saluti e delle ultime foto: appuntamento al prossimo 22 maggio, sulle rampe finali dello Zoncolan!

Diego Spagnolli, Gorizia, socio UIC n. 56

Simoni conduce il gruppetto, Diego Spagnoli é l'ultimo e per precauzione con il casco!