Gumolo,
ore 4 del mattino, suona la sveglia, con passo incerto mi alzo dal letto
e mi avvio verso la cucina per la prima colazione. Scendo in garage
e metto in moto la macchina già preparata la sera prima, con
la bicicletta Bianchi modello 1960 quasi interamente autocostruita,
con boraccia in alluminio, sella in cuoio, abbigliamento d'epoca, recuperato
un po' qua, un po' là e, parto in direzione di Fiera di Primiero.
Giunto a destinazione, fa ancora buio, monto, sulla bici, avanti e dietro
i fanalini di segnalazione e parto. É ancora fresco, così
faccio meno fatica, almeno per le prime due salite. In effetti, per
il Passo Cereda e Forcella Aurine vado spedito. Discesa fino ad Agordo
ed inizio a salire verso il Passo Duran. La temperatura comincia a salire
e la fatica pure e, lungo l'ascensione del Passo Staulanza, cominciano
le tribolazioni: La ghiera destra del movimento centrale piano, piano
si sta svitando, obbligandomi ogni 10 minuti a fermarmi per riavitarla.
Dopo la discesa verso Selva di Cadore, prendo la strada e di nuovo in
salita, in direzione del Passo di Giau. La stanchezza si fa sempre più
forte, tutti i chili della mia vecchia Bianchi si fanno sentire e finalmente
giunto al Rifugio del valico mi fermo al Rifugio per riprendere le forze
divorando un gran piatto di spaghetti.
Rimesso in piedi riprendo la strada per Pocol, dove ho modo di ammirare
spunti panoramici i più belli della "passeggiata".
Al bivio, termine della discesa, prendo la strada che sale al Passo
Falzarego e, nonostante le tribolazioni del movimento centrale faccio
uno strappo fino al Passo di Valparola ed avviarmi ad una lunga discesa
che mi porta ad Agordo dove mi aspettano nuovamente, nei versanti opposti,
l'Aurine ed il Cereda. Già esausto per la stanchezza, alle prime
rampe della Forcella Aurine la situazione si complica, il perno del
pedale destro si rompe e fortunatamente riesco a non cadere. Ora per
tornare alla mia macchina dovrò usare qualcos'altro che la bicicletta.
Nascosta la bicicletta nel bosco, mi metto a fare dell'auto-stop e dopo
cinque passaggi, ovviamente nessuno andava a Fiera di Primiero, finalmente
raggiungo la macchina.
É già buio, mi aspettano ancora due passi per tornare
a recuperare la "fedele" Bianchi e due ore per rientrare a
casa. Giunto a casa, dopo tutte queste tribolazioni, mi sono ripromesso
che non farò più un passo in bicicletta.
La settimana dopo sono di nuovo impegnato in una nuova "passeggiata"
sulle Dolomiti: San Pellegrino, Valles, Rolle, Fedaia!
Morale: la passione per la bicicletta, fa superare qualsiasi difficoltà,
e la bellezza delle grandi salite ti fa dimenticare le tribolazioni
e stanchezza.
Pascal
Creuso N° 146 - Grumolo
delle Abbadesse (VI)