Non
sempre si può raggiungere l'obiettivo e questo è un racconto
su chi fa una riflessione profonda della situazione in cui si trova.
Sto
raccontando qualche cosa di me
a me.
Esiste un tempo per ogni cosa, si dice
esiste l'andare in pianura,
l'affrontare medie salite e cime appenniniche toste ed erte che danno
apparentemente la misura delle proprie capacità, tanto che dentro
si ingenera la sensazione di cominciare ad essere un discreto scalatore.
Ma esiste il tempo delle Alpi, di affrontarle e vedere la "vera"
verità.
Cosa c'era di meglio, l'agosto scorso che percorrere il circuito: Airolo,
Passo del San Gottardo, Furkapass e Nufenenpass? E che dire della compagnia
di Giordano Castagnoli, di Tullio Pavanelli di Trento e Sandro Galvani?
Pronti ad affrontare questo "piccolo" circuito di 105 Km con
partenza da Airolo. Giornata ideale soleggiata, buona colazione e via
verso la vecchia via del San Gottardo unica nel suo genere, tutta pietre
ben squadrate con alternanza di brevi tratti di cemento ed asfalto,
che attraversa la Val Tremola. Le ruote saltellano sopra le pietre e
dobbiamo fare attenzione ad evitare pericolose fenditure e sporgenze
taglienti. La strada lentamente sale e diviene sempre più sinuosa
e piena di tornanti. Le pendenze sono circa al 8-9%
pedalabili.
Scatto agile via da solo, mi sento molto bene e mio fratello Giordano
mormora: "vai, vai
vediamo sul Nufenen come andrai".
Il panorama è stupendo
merita la fatica. Quel non caldo,
quel non freddo che avviluppa mi fa sentire bene---il sole non picchia,
è dolce.
Solo in prossimità del passo del San Gottardo l'amico Tullio
mi raggiunge ed insieme intravediamo il rifugio a 2108 m. Sosta, tazza
di tè caldo con molto zucchero e discesa di nuovo per raggiungere
Hospental, il punto di inizio del passo Furka, situato a 2429 m.
Qui la musica cambia e cambia davvero
le pendenze si mantengono
per lunghi tratti intorno al 12-13% costanti senza un attimo di tregua.
Alzando lo sguardo, si vedono quei lunghi rettilinei infiniti che salgono
verso le cime già nascoste da banchi di nuvole. Tutti mi hanno
staccato e, solo, percorro stanco la salita che morde i polpacci. Che
faccio? Scendo e torno indietro? Devo risalire tutto il San Gottardo
e l'idea non mi solletica
vado avanti per forza. Devo farcela
ora
e solo ora mi accorgo come fosse fallace quella sensazione di essere
un discreto scalatore. Troppo pane ho ancora da mangiare come diciamo
dalle nostre parti o meglio..troppe salite ho ancora da scalare per
poter migliorare! Finalmente raggiungo il Furkapass e pranzo insieme
ai miei compagni che già erano arrivati.Quanto è buono
il pane
quanto è buona qualsiasi cosa quando si ha veramente
fame!
Mi aspetta l'ultima prova: il Nufenen, dopo la pericolosa discesa fino
a Ulrichen (sia io che Tullio siamo caduti a Gletsch attraversando i
binari di un vecchio trenino). Ed il Nufenen inizia: Giordano e Tullio
davanti ed io, insieme a Sandro, dietro. I primi cinque chilometri sono
abbastanza pedalabili e poi appaiono di nuovo quei lunghissimi rettilinei
con pendenza media intorno al 12-13%. Tornanti lunghi che mettono in
evidenza la mia scarsa preparazione a questo tipo di montagna. All'altitudine
di circa 2300 m e sono raggiunto dall'amico Tullio che ben più
preparato di me, superato il passo del Nufenen a 2478 m, disceso fino
ad Airolo e presa l'auto, mi era venuto incontro. Sono veramente stanco
ma
consapevole che essere scalatore è innanzitutto perseveranza
e disciplina, conoscenza dei propri limiti, amore e rispetto verso se
stessi, verso i propri compagni d'avventura, amore per la montagna
non da sfidare ma da affrontare in un gioco che sempre si rinnova ogni
qualvolta alziamo gli occhi verso le cime dei monti.
Quel tempo per ogni cosa era venuto
ed io non ero pronto.
Quel tempo tornerà di nuovo ed io di nuovo pronto e più
allenato per mille nuove avventure: le cime dei monti veri mi aspettano,
ci aspettano
Fausto
Castagnoli N° 163 - Lama San Giustino (PG)