Agosto 2005…le Alpi Svizzere

Non sempre si può raggiungere l'obiettivo e questo è un racconto su chi fa una riflessione profonda della situazione in cui si trova.

Sto raccontando qualche cosa di me… a me.
Esiste un tempo per ogni cosa, si dice… esiste l'andare in pianura, l'affrontare medie salite e cime appenniniche toste ed erte che danno apparentemente la misura delle proprie capacità, tanto che dentro si ingenera la sensazione di cominciare ad essere un discreto scalatore.
Ma esiste il tempo delle Alpi, di affrontarle e vedere la "vera" verità.
Cosa c'era di meglio, l'agosto scorso che percorrere il circuito: Airolo, Passo del San Gottardo, Furkapass e Nufenenpass? E che dire della compagnia di Giordano Castagnoli, di Tullio Pavanelli di Trento e Sandro Galvani?
Pronti ad affrontare questo "piccolo" circuito di 105 Km con partenza da Airolo. Giornata ideale soleggiata, buona colazione e via verso la vecchia via del San Gottardo unica nel suo genere, tutta pietre ben squadrate con alternanza di brevi tratti di cemento ed asfalto, che attraversa la Val Tremola. Le ruote saltellano sopra le pietre e dobbiamo fare attenzione ad evitare pericolose fenditure e sporgenze taglienti. La strada lentamente sale e diviene sempre più sinuosa e piena di tornanti. Le pendenze sono circa al 8-9%… pedalabili. Scatto agile via da solo, mi sento molto bene e mio fratello Giordano mormora: "vai, vai… vediamo sul Nufenen come andrai". Il panorama è stupendo…merita la fatica. Quel non caldo, quel non freddo che avviluppa mi fa sentire bene---il sole non picchia, è dolce.
Solo in prossimità del passo del San Gottardo l'amico Tullio mi raggiunge ed insieme intravediamo il rifugio a 2108 m. Sosta, tazza di tè caldo con molto zucchero e discesa di nuovo per raggiungere Hospental, il punto di inizio del passo Furka, situato a 2429 m.
Qui la musica cambia e cambia davvero…le pendenze si mantengono per lunghi tratti intorno al 12-13% costanti senza un attimo di tregua. Alzando lo sguardo, si vedono quei lunghi rettilinei infiniti che salgono verso le cime già nascoste da banchi di nuvole. Tutti mi hanno staccato e, solo, percorro stanco la salita che morde i polpacci. Che faccio? Scendo e torno indietro? Devo risalire tutto il San Gottardo e l'idea non mi solletica…vado avanti per forza. Devo farcela…ora e solo ora mi accorgo come fosse fallace quella sensazione di essere un discreto scalatore. Troppo pane ho ancora da mangiare come diciamo dalle nostre parti o meglio..troppe salite ho ancora da scalare per poter migliorare! Finalmente raggiungo il Furkapass e pranzo insieme ai miei compagni che già erano arrivati.Quanto è buono il pane… quanto è buona qualsiasi cosa quando si ha veramente fame!
Mi aspetta l'ultima prova: il Nufenen, dopo la pericolosa discesa fino a Ulrichen (sia io che Tullio siamo caduti a Gletsch attraversando i binari di un vecchio trenino). Ed il Nufenen inizia: Giordano e Tullio davanti ed io, insieme a Sandro, dietro. I primi cinque chilometri sono abbastanza pedalabili e poi appaiono di nuovo quei lunghissimi rettilinei con pendenza media intorno al 12-13%. Tornanti lunghi che mettono in evidenza la mia scarsa preparazione a questo tipo di montagna. All'altitudine di circa 2300 m e sono raggiunto dall'amico Tullio che ben più preparato di me, superato il passo del Nufenen a 2478 m, disceso fino ad Airolo e presa l'auto, mi era venuto incontro. Sono veramente stanco…ma consapevole che essere scalatore è innanzitutto perseveranza e disciplina, conoscenza dei propri limiti, amore e rispetto verso se stessi, verso i propri compagni d'avventura, amore per la montagna… non da sfidare ma da affrontare in un gioco che sempre si rinnova ogni qualvolta alziamo gli occhi verso le cime dei monti.
Quel tempo per ogni cosa era venuto…ed io non ero pronto.
Quel tempo tornerà di nuovo ed io di nuovo pronto e più allenato per mille nuove avventure: le cime dei monti veri mi aspettano, ci aspettano…

Fausto Castagnoli N° 163 - Lama San Giustino (PG)