Le impazienti fotografie
Piero, cosa fa? É in crisi? No, si è fermato per la rituale
pausa sigaretta e fa delle fotografie.
Porca miseria! Stiamo perdendo troppo tempo.
Quando, per combinazione, è ancora con noi e non arranca dietro,
ecco che lo sentiamo estasiarsi. Oh, che bel paesaggio! Oh, che bella casa!
Oh, che bella mucca! Oh, c'è un camoscio lassù! Ed eccolo
fermarsi, riprendere fiato con una sigaretta e, fumatina terminata, con
calma prendere una, due, tre foto. Tutto un cerimoniale che si osserva ogni
volta. Scende dalla bici, s'appoggia sulla bici, accende la sigaretta, osserva
intorno a sé, poi posa la bici contro un muretto. Se non ci sono
muretti in prossimità, cerca un palo e vi appoggia la bici. Un paio
di voluttuose fumate, prende lo zainetto ed estrae con calma la sua macchina
fotografica numerica di gran marca bene imbottita nella sua custodia. Piero
inquadra, mira e clicca.
Ma qui, porca miseria, stiamo perdendo troppo tempo.
Potrebbe accontentarsi di una foto-souvenir, presa alla svelta. Macchè!
Inquadra, di nuovo. A lungo. Con calma. Prima da un lato della strada, poi
dall'altro. In piedi. Seduto. In ginocchio, sotto un albero. Prova e riprova,
più volte, affinché una foglia nasconda il palo elettrico
all'angolo del cascinale. Tutto un'arte. Un perfezionista.
Noi, nel frattempo, procediamo nella nostra salita. Infine lo aspettiamo.
Lassù. A volte a lungo. Cinque minuti, dieci minuti, anche mezz'ora.
Porca miseria! Stiamo perdendo troppo tempo, Piero. Arriviamo tardi.
Alla fine, però, lui ci regala dei ricordi sui quali i nostri occhi,
il giorno dopo, la settimana dopo, si soffermano anche più di mezz'ora
e rivedono con piacere il frutto del nostro sudore e della nostra fatica.
Piero ci ha fatto, ci fa e ci farà delle bellissime foto, tutte in
bella mostra nel sito dell'UIC. E noi, i suoi più cari amici, continueremo
ad uscire con lui verso le cime che predilige di più. Sulle salite
della leggenda, che solo i veri grimpeur osano sfidare: lo Stelvio, il Galibier,
le Tre Cime di Lavaredo, il Pordoi, l'Izoard, il Gavia, il Giau, il Falzarego,
la Bonette, il Furka, l'Agnello, l'Iseran, il Susten, il Sommeiller, le
creste dell'Assietta, il Nivolet, il Rombo, il Colle dei Morti (pardon,
Fauniera), il Manghen, il Vars, il Novena, il Grimsel, il Foscagno, le Creste
di frontiera italo-francesi dal Colle di Tenda alla Bassa Sanson via Colle
dei Signori... E' meglio fermarsi qui, la lista è troppo lunga. E,
visti gli splendidi risultati, è meglio continuare a fermarsi. Perché
andando con Piero e spendendo quel quarto d'ora in più per aspettarlo
sulla cima c'è la certezza di avere e di continuare ad arricchire
uno straordinario album di angoli di montagna che sono il nostro orgoglio
di ciclisti e che ci rallegrano le grigie giornate invernali, quando quelle
montagne sono inaccessibili. Grazie, Piero!
Giorgio Rossini N° 8 - Moruel (Francia)
Croix de Coeur 2176 m - Piero nei suoi momenti di pausa (sullo sfondo il
Grand Combin 4314 m)