Tre giorni da leoni

Tre giorni da leoni: Passo Manghen il venerdì con Jules e Giorgio, Passo Furcia il sabato con Giorgio ed infine domenica la Sella Ronda. Tre giorni intensi, ma di grande soddisfazione.
Passo Manghen - m. 2.042 - è il valico che mette in comunicazione la Val di Fiemme con la Val Sugana, un passo non molto frequentato ma molto bello, vario e anche piuttosto duro. Si parte da Molina di Fiemme, Giorgio, Jules ed io, ciascuno con il proprio passo. Per i primi chilometri: si procede di conserva, facendo l'elastico tra noi, io indietro, Jules e Giorgio davanti fuori dalla mia vista. La salita è molto varia: un primo tratto di circa 9 km, da Molina al Ponte della Stua, in bosco aperto e pendenze abbordabilissime che non superano il 6%. Dopo il ponte, la musica cambia: pendenze mai sotto il 7%, strada stretta in bosco fitto con alberi di una regolarità impressionante, pochi tornanti e lunghe tirate con numerosi tratti oltre il 10% - finito il bosco ci sono i pascoli con le vacche ed i loro residui che costringono a continui slalom (in discesa bisognerà stare molto attenti). I pascoli si superano con alcuni ripidi tornanti che portano a quota 1.900 metri poi si gira il costone e il valico è a portata di mano. Incrocio Jules e Giorgio che stanno scendendo perchè Giorgio ha appuntamento con Maria Canins e non vuol tardare. Comincia piovere, ma ormai sono alla Manghenhutte appena sotto il passo che raggiungo in 3 minuti. Sosta al bar e discesa in parte sotto la pioggia, ma la soddisfazione è tanta che non ci faccio caso, unica difficoltà le vacche che hanno invaso i tornanti e mi guardano con insistenza, mentre passo con cautela.
Passo Furcia - m. 1.780 - è il valico che è stato l'arrivo della tappa del Giro d'Italia che avrebbe dovuto terminare a Plan de Corones. Jules è andato al Passo Duran mentre Giorgio ed io ce ne veniamo per di qua. Partenza da Longega verso San Vigilio di Marebbe, in leggera salita fino al bivio per Pieve di Marebbe dove effettuiamo il rifornimento d'acqua. Poi quasi 5 km di salita dura, durissima, sotto il sole che picchia e l'altimetro che non scende quasi mai sotto le 2 cifre, senza un metro per rifiatare - 4 tornanti l'ultimo dei quali mi è ben impresso nella memoria con Basso e Piepoli in testa della corsa e poco più indietro Simoni. Io giro largo e mi fermo a riprendere fiato, poi ultimo chilometro e mezzo e sono sul piazzale. IL valico geografico è 40 metri più in alto e con Giorgio lo raggiungiamo rapidamente. Ritorno al piazzale e pranzo con minestrone seguito da meravigliose costine di maiale (la Rostinciana come la chiamano i toscani). Poi di nuovo giù fino a Longega a riprendere l'auto.
Sella Ronda - km 53 e 1.680 metri di dislivello con i 4 passi canonici di Campolongo 1875 m, Pordoi 2239 m, Sella 2244 m e Gardena 2121 m. É per me la terza delle Sella Ronda: la prima nel giugno del 1999 con partenza da Canazei, la seconda nel 2005 con il compianto Giorgio Rocca Gasparo in occasione della Maratona delle Dolomiti e oggi Sella Ronda Day con chiusura delle strade al traffico a partire delle 8h30 - sapendo che devo pedalare per circa sei ore e tenendo conto delle numerose soste che farò, decido di anticipare tutti ed alle 5h18 lascio Corvara in direzione di Campolongo. Aria frizzante ed assenza totale di traffico che mi permette di sfruttare in pieno il giro dei tornanti sempre all'esterno. A Arabba, dopo un caffé e torta di mirtilli inizio la salita al Pordoi - 9 km con passo costante, senza troppa fatica, con le prime avvisaglie della marea di ciclisti che mi raggiunge. Nella discesa verso Canazei, fermata a Pralongià per un'altra torta e caffé, proseguire la discesa fino al bivio per il Sella e di nuovo riprendere a salire. I 6 km che dal pianoro dell'albergo Monti pallidi portano al valico sono i più duri di tutto il giro. Mentre salgo con fatica ed estrema lentezza, sento una voce: "questo dev'essere il nostro amico", la voce viene da Maria Canins che con la divisa dell'UIC mi affianca. Con il poco fiato che mi rimane, rispondo: "Signora, io ho avuto tre idoli: Maurilio de Zolt, Marco Pantani e Maria Canins", lei mi risponde "allora sono in buona compagnia". Ci diamo appuntamento sul valico che raggiungo faticosamente. Passo una buona mezzora in compagnia della Signora Canins che pi riparte non senza aver posato per una foto con me. Io attendo Giorgio, Tullio e Jules e dopo l'immancabile ricognizione al Valico geografico discesa verso Plan de Gralba, Passo di Gardena e Corvara, mentre il corteo d'auto e moto scalpitanti risalgono la strada in senso contrario.
Devo segnalare un episodio che mi ha colpito. Mentre girovagavo per il valico, scattando foto, sento una voce: "tu sei Piero ed io sono Paolo" parrebbe un incontro tra apostoli, ma non è così: ho incontrato Paolo la prima domenica di settembre del 2004 in cima allo Stelvio in occasione della Stelvio-Bike e ritrovarsi dopo 2 anni sempre in cima ad un Valico è stato per lo meno sorprendente, o forse non troppo: vuol dire che questo tipo di manifestazioni rappresenta la vera essenza del cicloturismo, dove i tempi non hanno importanza, ma hanno invece il piacere di pedalare in compagnia in mezzo all'incomparabile spettacolo delle Dolomiti.
Piero Rota - N° 95 - Candia Lomellina (PV)