
Penice e Brallo
20 settembre 2008 - Giro classico tra Oltrepò Pavese
e Val Trebbia:

72
km e 1230 metri di dislivello in salita con i 2 valichi più significativi
della zona: Passo Penice m. 1.135 e Passo del Brallo m. 951. Si respira aria
di medioevo con le abbazie di Bobbio e la Via Francigena che sovente si sfiora.
E' purtroppo un percorso molto frequentato dai motociclisti che di solito
non ti concedono molto spazio ma oggi la musica è diversa, forse per
il tempo che non promette bene. Oggi niente foto (ho dimenticato la fotocamera
a casa) solo filmati. Parcheggio l'auto a Varzi che quasi è mezzogiorno.
Farò il giro in senso orario Varzi - Passo Penice - Bobbio - Marsaglia
- Passo del Brallo - Varzi. Dopo il bivio Brallo-Penice i primi tornanti che
qualche chilo fa tagliavano le gambe - adesso quasi non li sento - in men
che non si dica sono al bivio per Menconico da dove si vede il Cole dei 3
Passi qualche centinaio di metri di falsopiano, il mitico salumificio di Cà
del Bosco e poi 6 km tra il 6 e l'8% senza soste e senza traffico.

Nel bosco fa un po freddo ma presto sono al Colle dei 3 Passi 1.101 metri.
Qualche goccia di pioggia trasportata dal vento ma verso sud sembra sereno.
Raggiungo Passo Penice e mi concedo un caffè. Le moto parcheggiate
sono 4 o 5, buon segno. Discesa verso Bobbio mai così tranquilla, senza
l'assillo di dover tenere l'estrema destra per non essere messo sotto dalle
moto. Breve sosta al bivio di santa Maria e in 5 km sono a Bobbio. Da Bobbio
a Marsaglia ci sono 8 km di falsopiano un po in discesa e un po in leggerissima
salita, con il Trebbia dalle acque blu 50 metri sotto, ma oggi sembra di essere
non dico sul Mortirolo ma almeno sullo Stelvio, per il vento che mi soffia
proprio in faccia e mi fa sembrare ogni pedalata una mazzata nelle gambe.
Quanta fatica! A Maesaglia mi sposto sul lato destro della valle e sono al
riparo dal vento. 3 km e raggiungo il bivio a destra per Montaraolo - Passo
del Brallo. Adesso c'è il sole pieno e mi godo la strada che sale regolarmente
senza strappi, stretta come piace a me, curve dolci e qualche tornante, tanti
prati e qualche boschetto ma soprattutto niente auto. A Lago mi fermo a scambiare
due parole con gente che abita lì. Proseguo pigramente e raggiungo
un pianoro d'incanto, colorato dalla luce ormai radente, con una chiesetta
e quattro case. Sono a Pieve. Ancora un poco di salita poi 1 km in discesa
a Pratolungo, sulla la strada che sale al Brallo da Ponte Organasco. Mancano
6 km e meno di 200 metri di dislivello. Adesso il Brallo è ben visibile.
Passo Colleri e Feligara e sono al valico. Un caffè e giù in
discesa perché è tardi, sono le 18 e le giornate ormai si sono
accorciate. Arrivo a Varzi che è quasi buio.
Piero Rota