
Roccoli Lorla - Monte Legnoncino
- m. 1.450
11 ottobre 2008 -

Questa
salita, insieme all'Ape Giumello, l'avevo riservata per l'autunno, sia per
la vicinanza a casa sia per l'altitudine non elevata. Scartata l'idea di fare
entrambe le salite nello stesso giorno eccomi qui a Dervio, parcheggio del
cimitero, con obiettivo i Roccoli Lorla, Big n. 739, chiamato anche Monte
Legnoncino. La giornata è ottima, sole pieno, e parto in divisa estiva.

Farò
tutto il percorso in salita sotto il tiepido sole di ottobre, a parte alcuni
tratti nel bosco e solo al ritorno dovrò coprirmi. La prima parte della
salita fino a Tremenico la imposto sul ritmo, date le pendenze abbordabili.
Unica difficoltà attorno al quarto km con pendenze attorno al 8-10%.
Mi concedo solo alcune brevi soste per fare delle foto. Poi, lungo la Provinciale
della Valvarrone, a volte veramente stretta, passo Vestreno (km. 5,5), Introzzo
(km 7), poi una breve galleria e 800 metri di falsopiano in discesa fino a
Tremenico (km 9,5), Sono più o meno a metà strada e mi mancano
poco meno di 700 metri di dislivello. Mangio qualcosa e imbocco sulla destra
la stradina per i Roccoli Lorla e dopo un km all'8%, in corrispondenza del
cartello di Borgo Fenile, proseguo regolare su pendenze attorno al 5-6% sovente
nel bosco, facendo frequenti slalom per evitare i ricci delle castagne che
vengono giù dagli alberi come se piovesse. A 2 km da Subiale il bosco
finisce e, in corrispondenza di un edificio bianco non meglio identificato
che si staglia sul verde dell'erba, supero un tornante che mi manda a sinistra
verso Subiale e precisamente al Ristorante il Capriolo. Primo caffè
della giornata e il proprietario, che è anche il Sindaco di Introzzo,
mi dice che mancano 3 km e 350 metri di dislivello. La vedo dura e così
è. Dal Bar fino in cima sempre sopra il 10%, con qualche brevissima
pausa sull'8-9%.

Ad
una cappella, in mezzo al bosco di conifere miste a castagni, mi fermo per
tirare il fiato poi un altro sforzo fino a Lavandè. Manca 1 km e 100
metri di dislivello. Altro duro sforzo (sono quasi alla frutta) poi un cartello
giallo indica Monte Legnoncino. Una brevissima micidiale rampetta mi porta
suk pianoro dei Roccoli Lorla. Mi ci vuole un quarto d'ora per ritornare alla
normalità poi faccio le solite foto e i soliti filmati, indugiando
sui caldi colori dell'autunno e su di un gregge di capre dalle lunghe corna.
Per la discesa mi metto i gambali e giacca a vento e scendo con molta prudenza
fino a Tremenico poi, più velocemente, fino a Dervio. Per dovere di
cronaca devo dire che non ho gustato appieno la salita per un fastidioso sottofondo
di mal di denti che non ho avvertito solo nel tratto più duro.
Piero Rota