Colle del Sommeiller con sorpresa
le maglie dell'UIC ai 3009 metri del Sommeiller

Domenica 22 agosto sul pianoro antistante il Rifugio Ambin al Colle del Sommeiller le maglie biancoazzurre erano tante e i soci dell'UIC più ancora. In 24 si sono dati appuntamento tacito e non premeditato su uno dei valichi più alti che in Europa si possano raggiungere pedalando. La sorpresa è stata appunto questa: un raduno spontaneo dove all'ordine del giorno figuravano solo fatica, sudore e l'ebrezza dei tremila, senza parole e senza discussioni. Complice di tutto questo "La Stella Alpina", che ogni anno, la penultima domenica di agosto organizza in maniera del tutto informale questo appuntamento di amanti della montagna e della bici d'alta quota, dai 1.258 metri di Piazza Statuto in Bardonecchia fino ai 3.009 metri del Rifugio Ambin al Colle del Sommeiller.
Ma veniamo a una cronaca più dettagliata di questo fine settimana a Bardonecchia.
L'anno scorso ad un appuntamento sul lago di Candia Canavese il mitico Alpino si presenta con una nuova fiammante MTB marca Piave e annuncia: questa è la mia nuova bici per il Sommeiller. Da quel momento ogni uscita è stata considerata un allenamento in vista del Sommeiller, cercando percorsi su sterrato che in qualche modo potessero preparare adeguatamente dei neofiti della MTB ad affrontare un così impegnativo percorso. Con il suo entusiasmo Giorgio ci ha contagiati un po tutti ed eccoci ad affrontare itinerari mitici come le creste dell'Assietta e la traversata dal Colle di Tenda a La Brigue su strade che abbiamo considerato un saporoso antipasto del più prestigioso piatto forte che avevamo ordinato.
Ci troviamo giovedì 19 a Bardonecchi eccitati come ragazzini e passiamo la serata a consultare carte e fare progetti tra gli sguardi semidivertiti degli ospiti dell'hotel La Betulla.
Venerdi rifiniamo la preparazione con la salita breve e non impegnativa al Colle della Scala (Col de l'Echelle, dato che si trova in territorio francese).
Chi non ha mai pedalato con Giorgio non sa cosa vuol dire pedalare accanto ad una pentola di fagioli in ebollizione: un brontolare incessante contro tutto e contro tutti, un modo molto personale per esprimere grande divertimento e profonda intima soddisfazione. Ebbene sul Colle della Scala Giorgio ha dato il meglio di sè quando, poche centianaia di metri dopo le due brevi gallerie, arrivato là dove tutte le carte riportano "Colle della Scala" ha visto un "panneau" con la scritta "Col de l'Echelle 2 km" (l'altimetro segna circa 1.770 metri). Apriti cielo! Questi giocano coi cartelli! I valichi sono una cosa seria! Vuoi vedere che hanno scambiato il "Mauvais Pas" due km più avanti con il "Col de l'Echelle"? Si rivolge quindi alla decina di ciclisti presenti, tutti italiani, e spiega loro che questo è il vero "Col de l'Echelle". Andiamo a verificare: 2 km ipiù in basso su un falsopiano raggiungiamo il cartello con la scritta "Col de l'Echelle alt. 1.762" ('altimetro segna poco meno di 1.700 metri): è evidente che hanno invertito i 2 cartelli, si spera in buona fede. Tralasciando gli ulteriori commenti di Giorgio riprendiamo la strada di Bardonecchia e ci fermiamo a Melezet dove sapevo che c'era un ottimo ristorante, La Ciaburnia, dove consumiamo un spartano pasto particolarmente indicato per atleti ciclisti. Il sabato è dedicato al riposo. In albergo incontriamo Nadia Kozjek e Walter Lo Forte da Cinzano (CN) ed arriva anche Daniele Giacomazzi da Bologna. Vediamo poi Gianluca Arata che ha raggiunto Bardonecchia con tutta la famiglia, accogliamo il gruppo Corsera (Antonio Maiocchi, Luigi Cappellani, Simone Bianchi e Massimo Tuminia) e più tardi i 4 thononesi del Cyclos Randonneurs Thononais (il club di Giorgio) con il presidente Jean-Luc Houot e Laurent Cassan, Bruno Jacquard, Pierre Mathieux. Giorgio è felice: con quelli che arriveranno domattina saremo quasi in venti.
Domenica mattina: levata ore 5.30 - tempo bello ma temperatura bassa (circa 7 °C) - colazione al bar della Stazione con Daniele e Walter - ci raggiunge Ezzelino Zappaterra partito con il nuovo socio UIC Antonio Ferraretto da Rovigo all'una di notte; partirà più tardi e ci ricongiungeremo durante la salita. Daniele opta per il tracciato della vecchia decauville mentre noi (Giorgio, Walter e Piero) saliamo per Rochemolles. Gli inzi, con i muscoli ancora a freddo, sono duri, il percorso è ancora in ombra e procediamo in silenzio ripassando nella mente l'altimetria e ed i punti salienti che incontreremo durante l'ascesa. Inaspettatamente ci troviamo a Rochemolles ed in località San Rocco l'asfalto termina ed inizia lo sterrato che ci porta, con alcuni ripidi tornanti, prima alla diga poi ad un lungo falsopiano in leggera salita che sovrasta il lago artificiale. Un paio di tornanti, una lunga tirata al fondo del vallone ed eccoci al rifugio Scarfiotti (m. 2.149) - da sotto vediamo il muro che, con numerosi tornanti, ci porterà al posto di ristoro che si intravede dal basso - in marcia, ciascuno con il proprio passo, Piero come di consueto sempre rigorosamente in coda.
Parentesi: perchè sto sempre in coda? A chi non mi conosce voglio spiegare che quando sono in bici non sono mai solo ma porto sempre con me tre amici inseparabili che non mi lasciano un solo istante: i chili, gli anni e le sigarette e sono tanti, sia gli uni che gli altri che le altre e siccome sono molto pesanti devo rallentare per non lasciarli indietro. Fine parentesi.
Al secondo tornante mi supera una ragazza con la maglia del'UIC: e tu chi sei? chiedo. Silvia Negri di Torino, mi risponde e prosegue come un razzo mentre io arranco con fatica. Subito dopo una voce chiede: sei Piero? si, sono io; è Maurizio Godio di Salitomania che conosco via internet, il cui sito è per me fonte inesauribile di informazioni e preziosa miniera da saccheggiare a piene mani. Dieci minuti dopo altro urlo alle mie spalle: è Liliane Busarello (belga con un'incantevole parlata trentina) e Aldo Derù che avevo conosciuto sul Monte Baldo.
Breve sosta al rifornimento e poi ancora in marcia, ciascuno col proprio passo. Supero con 3 tornanti il Colletto (m. 2.582) e nel pianoro sottostante mi fermo al ponte sul Rio Fond (m. 2.577) per mangiare un panino e scattare foto; guardando la discesa dal Colletto scorgo in arrivo un'altra maglia biancoazzura: è Enzo Santa da Montanaro (TO) che arriva con Mario Birolo e Gabriele Dani. Saluti e via. Mi raggiungono anche Ezzelino ed Antonio. Mancano poco meno di 6 km e rimane da superare l'ultimo bastione che mi porterà nei pressi del rifugio Ambin. Sono 8 tornanti con pendenza media del 7-8 % e con il fondo a volte sconnesso, inframmezzato da un breve tratto in asfalto rovinato. Al quarto tornante incrocio il gruppo Corsera che sta scendendo. Foto di rito e riprendo a salire. Scorgo infine un cartello che indica "ultimo km" e comincio a contare i metri. Ultimo tornante, ultima interminabile traversa quasi in piano e Giorgio, Walter, Enzo, Daniele mi accolgono al Rifugio Ambin. Il paesaggio è decisamente di alta montagna: il laghetto, il ghiacciao ormai grigio, ricoperto da detriti morenici, rigato da crepe e seraccate simili alle branchie di uno squalo, e il vento gelido e sferzante che ti rende consapevole che sei in alto, molto in alto.
Qui in cima altri incontri e sorprese: il leggendario Giovanni Guffanti, il decano dell'UIC (classe 1929), bandiera e speranza per tutti coloro che sperano di arrivare come lui, quassù, a quell'età; Pierre Le Franc, giunto fin qui dalla Bretagna per essere con noi sul Sommeiller; Massimo Peverada che con le sue appassionate descrizioni dei più bei percorsi in MTB mi ha spinto di prepotenza sugli sterrati sassosi di alta montagna; Mauro Timon, organizzatore della "Stella Alpina" cui va il mio ringraziamento per aver creato l'occasione per questa preziosa giornata; e tanti altri di cui non conosco i nomi ma con i quali ho condiviso le fatiche e le gioie di questa interminabile ed esaltante salita.
Ultimo sforzo per percorrere la brevissima salita che conduce al Colle del Sommelier est poi, tornando al Rifugio, Giorgio mi indica alla base un segno ed un numero: 3.009 : è l'altitudine del Rifugio Ambin recentemente misurata dagli Alpini. Non si vorrebbe mai scendere ma sono ormai le 15 e, buoni ultimi, lasciamo il Sommeiller. Ultima sosta a Rochemolles per ripulirci la gola dalla polvere e poi giù, senza freni o quasi, per il riposante asfalto che ci riporta a Bardonecchia.
Forse mi sono lasciato prendere la mano nel descrivere questa giornata ma mi dovete perdonare perchè ho finalmente capito che appartenere all'UIC vuol soprattutto dire avere amici, tanti amici, con i quali condividere i momenti più belli che un amante della bici e della montagna possa sperare.
A proposito del Colle della Scala - nota di Giorgio Rossini
Come voi tutti sapete, sono di natura meticolosa, precisa, pedante per alcuni, doti acquisite in Svizzera in quanto lavoravo in una fabbrica di apparecchi di misura e macchine utensili di altissima precisione,
constatato la divergenza tra le carte stradali, topografiche, guide italiane e francesi sul dove si trova esattamente il passaggio orografico del valico nominato Colle della Scala, appena rientrato a casa, ho subito consultato imiei archivi e trovo:
da parte italiana - il Colle della Scala é segnalato giustamente subito dopo l'uscita della seconda galleria a quota 1778 metri. Valico più che evidente da noi constatato, io e Piero, malgrado il cartello " Col de l'Echelle 2 km" indicante il valico 2 km più in giù;
da parte francese - le Col de l'Echelle, é segnalato più in basso, lungo un corridoio morenico con cartello a quota 1762 metri, che a mio parere non ha nulla di passaggio orografico, in quando la strada continua scendere attraverso un lungo corridoio in direzione della Vallée de la Clarée.
Per contro, consultando attentamente la carta topografica 1:25.000 dell'IGN francese, essa segnala sull'evidente valico nominato in Italia Colle della Scala, come il "Mauvais Pas 1779 m".
A confermare il mio punto di vista, dalla guida dei Monti d'Italia, Alpi Cozie Settentrionalia edizini CAI-TCI, alla pagina 130, si legge:
"74. - Colle della Scala (Col de l'Echelle) 1778 m. profonda depressione fra le rocce della Sueur 2272 m e la Guglia Rossa 2545 m; ....... Nella parte meridionale il corridoio é sbarrato da un piccolo dosso
morenico 1762 m, su cui passava il vecchio confine italo-francesee dove tutte le carte collocano erroneamente il Colle della Scala."
Dunque, dopo le dovute constatazioni il vero valico si trova dove sulle
carte italiane lo segnalano come il "Colle della Scala 1778 m" e sulle carte francesi come il "Mauvais Pas 1779 m"


Surprise au col du Sommeiller
Les maillots de l'UIC à 3009m d'altitude

Dimanche 22 août, devant le refuge Ambin au col du Sommeiller, les maillots bleu et blanc étaient nombreux et plus nombreux encore les membres de l'UIC. Ils étaient 24 à s'être donné là-haut un rendez-vous tacite, non prémédité, sur l'un des cols les plus élevés que l'on puisse, en Europe, atteindre en pédalant. La surprise était donc un " raduno " spontané où à l'ordre du jour figurait seulement fatigue, sueur et surtout la griserie des trois mille mètres, sans paroles ni discours.
A l'origine de tout cela, la " Stella Alpina " qui, chaque année, l'avant-dernier dimanche d'août, organise de manière informelle ce rendez-vous pour les amoureux de la montagne et du vélo d'altitude, des 1258m de la Piazza Statuto à Bardonecchia jusqu'au 3009m du col du Sommeiller.
Mais venons en à la chronique détaillée de ce W-E à Bardonecchia.
L'an dernier, lors d'une rencontre au lac de Candia Canavese, l'Alpino, notre mythique secrétaire, s'y présente avec un VTT flambant-neuf, de marque Piave, et nous annonce : voici mon nouveau vélo pour le Sommeiller ! Depuis, toute sortie est devenue un entraînement en vue du Sommeiller, cherchant des parcours muletiers qui puissent en quelque façon préparer des néophytes du VTT à un parcours aussi exigeant. Son enthousiasme nous a tous contaminé et nous voici à affronter des parcours mythiques comme les crêtes de l'Assietta et la traversée du col de Tende à La Brigue sur des routes que nous considérons comme un hors d'œuvre avant le met plus consistant et savoureux que nous avons commandé.
Le jeudi 19 août, nous nous trouvons à Bardonecchia, excités comme des gamins et nous passons la soirée à consulter les cartes et faire des projets sous l'œil amusé des hôtes de l'Hôtel La Betulla.
Vendredi, dernière touche à la préparation avec la courte montée au colle della Scala (ou col de l'Echelle, puisqu'il est en territoire français).
Qui n'a jamais pédalé en compagnie de Georges ne sait ce que veut dire pédaler à côté d'une casserole de haricots en ébullition, une suite de rouspétances contre tout et contre tous, manière toute personnelle d'exprimer un grand amusement et une profonde satisfaction intime.
(note du traducteur : description tout à fait exacte, confirmée lors d'une ascension du Nivolet à côté de Georges). Et bien au Colle della Scala, Georges a donné le meilleur de lui même quand quelques centaines de mètres après deux courts tunnels, là où toutes les cartes indiquent le colle della Scala, il a vu un panneau " col de l'Echelle 2 km " (l'altimètre indique 1770m). Ciel ouvre-toi ! Ils jouent avec les panneaux ! les cols sont une chose sérieuse ! Sans doute ont-ils confondu le " mauvais pas " deux km plus loin avec le " col de l'Echelle " ? Et d'expliquer à la dizaine de cyclos présents, tous italiens, que nous sommes au vrai " col de l'Echelle ". En allant vérifier : 2km plus bas, sur un faux-plat, nous trouvons le panneau " col de l'Echelle alt.1762m "(ici l'altimètre indique un peu moins de 1700m), l'échange de panneaux est donc évident. Négligeant le reste des commentaires de Georges, nous reprenons la route de Bardonecchia avec un arrêt à Melezet où je connais un bon restaurant, la Ciaburna, nous y prenons un repas spartiate, adapté à des athlètes cyclistes.
Samedi, repos. A l'hôtel arrivent Nadia Kozjek et Walter Lo Forte de Cinzano puis Daniele Giacomazzi de Bologne, puis Gianluca Arata avec toute sa famille, nous accueillons ensuite le groupe Corsera de Milan (Antonio Maiocchi, Luigi Cappellani, Simone Bianchi e Massimo Tuminia) et plus tard 4 Cyclos Randonneurs Thononais (le club de Georges) avec le président Jean-Luc Houot , Laurent Cassan, Bruno Jacquard et Pierre Mathieux. Georges est heureux, avec les derniers arrivants de demain matin, nous serons presque vingt.
Dimanche matin, réveil à 5h30, beau temps mais froid (environ 7°C). Déjeuner au buffet de la gare avec Daniele et Walter, arrive Ezzelino Zappaterra, parti, avec le nouvel inscrit à l'UIC Antonio Ferraretto, dès une heure du matin, de Rovigo ; il partira plus tard et nous rejoindra en route. Daniele opte pour l'itinéraire de la vieille Decauville tandis que nous (Georges, Walter et Piero) montons par Rochemolles. Débuts durs, les muscles sont froids, la route est encore à l'ombre et nous grimpons en silence repassant mentalement le profil et les points caractéristiques que nous rencontrerons en chemin.
Tout à coup, nous nous trouvons à Rochemolles, et à San Rocco, où se termine le goudron et débute le chemin muletier qui nous nous conduit par des lacets rapides, d'abord au barrage puis à un long faux-plat qui surplombe le lac de retenue. Quelques lacets, une longue tirée au fond du vallon et nous voici au refuge Scarfiotti (2.149m). D'en bas, nous voyons, un mur avec ses nombreux lacets qui nous porteront à un ravito que l'on entrevoit. En marche, chacun à sa vitesse, Piero, comme d'habitude, rigoureusement en queue.
Parenthèse : pourquoi suis-je toujours le dernier ? pour ceux qui ne me connaissent pas, je veux expliquer, qu'en vélo, je ne pars jamais seul mais emmène toujours avec moi trois amis inséparables qui ne me quittent pas un instant, les kilos, les ans et les cigarettes, cela fait beaucoup et comme tous les trois sont très pesants, je me dois de ralentir pour les attendre ! Fermons la parenthèse.
Au deuxième virage : je suis dépassé par une nana vêtue du maillot UIC . Oh qui es-tu ? Silvia Negri de Turin me répond-t-elle en s'en allant comme une fusée là où je me hisse et ahane avec fatigue. A peine plus tard, une voix : es-tu Piero ? Oui, c'est moi. C'est Maurizio Gaudio de Salitomania que je connais via Internet, auteur d'un site, pour moi source inépuisable d'informations et mine précieuse que je pille à pleines mains. Dix minutes plus tard, autre cri derrière moi c'est Liliane Busarello (une belge avec l'accent enchanteur du Trentino) et Albo Deru connu au Monte Baldo.
Courte halte au ravito et puis en route, toujours chacun à son pas, après trois lacets, je passe le Colletto (2582m) et je m'arrête sur le pont du Rio Fond (2577m) pour manger un bout et prendre quelques photos, dans la descente du Colletto, j'aperçois un autre maillot blanc et bleu c'est Enzo Santa de Montanaro en compagnie de Mario Birolo et de Gabriele Dani. Bonjour et en route. Me rejoignent encore Ezzelino et Antonio. Il reste un peu moins de 6 km pour surmonter le dernier bastion qui me portera au refuge Ambin, encore 8 lacets, pente moyenne 7-8%, chemin en mauvais état entrecoupé d'une courte portion de bitume abîmé. Au quatrième lacet, je croise le groupe Corsera qui redescend . Photo bien sur et reprise de l'ascension. Finalement un panneau " dernier km " et je commence à compter les mètres ! dernière traversée presque à plat et Georges, Walter, Enzo et Daniele m'accueillent au refuge Ambin. Vrai paysage de haute montagne : le lac, le glacier, à cette époque tout gris, recouvert de détritus morainiques, strié de crevasses et de séracs semblables au branchies d'un requin et le vent glacial et coupant qui te confirme que tu es haut, très haut.
Ici d'autres rencontres et surprises : le légendaire Giovanni Guffanti, doyen de l'UIC, (il est né en 29), symbole et espoir pour tous ceux, qui espère arriver comme lui ici, aussi haut, à cet age.
Pierre Le Franc, arrivé de Bretagne pour nous rejoindre au Sommeiller.
Massimo Peverada, dont les descriptions passionnées des plus beaux parcours en VTT m'ont amené sur ces muletiers pierreux de haute montagne ; Mauro Timon organisateur de la "Stella Alpina" que je remercie pour nous avoir créer l'occasion de cette magnifique journée ; et tant d'autres inconnus avec qui j'ai partagé joie et fatigue de cette interminable et fascinante montée.
Dernier effort pour parcourir la dernière rampe qui porte au col du Sommeiller puis retour au refuge où Georges me montre un signe et un nombre : 3.009, c'est l'altitude du refuge Ambin récemment mesurée par les " Alpini " (chasseurs alpins italiens)
Nous voudrions ne jamais descendre, mais il est 15 heures et, bons derniers, nous abandonnons le Sommeiller. Dernière halte à Rochemolles, pour nous rincer la gorge de la poussière et puis sans freiner ou presque, l'asphalte reposante nous ramène à Bardonecchia.
Peut-être me suis-je laisser entraîner un peu loin en décrivant cette journée mais vous devez m'excuser car j'ai finalement compris qu'appartenir à l'UIC signifie avant tout avoir des amis, beaucoup d'amis, avec qui partager les plus beaux moments qu'un amoureux du vélo en montagne puisse espérer.


Le foto:
-----Il Colle della Scala
-------Il pasto dell'atleta
-------Il Colle del Sommelie
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Il percorso
dal sito di Massimo Peverada www.peveradasnc.it/mtb/

Lunghezza: 26,66 Km sola andata
Tempo percorrenza: 5h s.a.
Località di partenza: stazione di Bardonecchia (piazza Europa)
Cartografia: ISTITUTO GEOGRAFICO CENTRALE 1:25.000 n. 104 BARDONECCHIA MONTE THABOR SAUZE D'OULX - 1:50.000 n. 1 Valli di Susa Chisone e Germanasca
Dislivello: 1695 metri (1655 a + 40 r)
Tipo: asfalto 7,16 Km (27%) - sterrato 19,50 (73%)
Periodo consigliato: agosto

Descrizione:
dalla stazione ci portiamo verso il monumento a Francesco Giuseppe Medail, posto lungo la via omonima, e dedicato a colui "che primo concepi' l'ardita idea del traforo del Frejus dedicandovi i suoi studi e la sua vita" (0,16 Km). Alle spalle di questo si prende il sottopasso ferroviario e, una volta usciti, si svolta a sinistra lungo la via Sommeiller (0,43). Superata la piazza Statuto (dove si puo' eventualmente lasciare l'automobile ricordando pero' che al sabato l'area e' occupata dal mercato) si incontra la deviazione per Millaures / Gleise (0,58) che verra' intrapresa da coloro che hanno optato per il percorso "B". Poco piu' avanti si incontra il portale d'ingresso del traforo ferroviario, sul cui frontone notiamo la lapide con scritta in latino collocata nel 1921, in occasione del cinquantesimo anniversario del transito del primo treno. Attraversato il torrente Rochemolles (1,07), continuiamo a risalirlo, ora sulla sponda opposta. Prima di transitare sotto il viadotto autostradale, segnaliamo la Caserma Difensiva del tunnel, costruita a tardo ottocento, che ingloba l'evidente apertura della "galleria di direzione" e che costituiva la difesa esterna piu' vicina. Protetta anteriormente dal torrente e sui due fianchi da un fossato, era cintata da un muro provvisto di feritoie per fucilieri. All'interno ospitava anche gli uomini del genio adibiti a far brillare le mine qualora si fosse reso necessario interrompere la via di comunicazione. La prima borgata che si incontra e' quella di Les Issards (3,37), con locale trattoria, preceduta dalla cappella dedicata a S. Luigi Gonzaga. Si arriva quindi al ponte "do Mourin" che da' accesso alle abitazioni di Rochemolles (6,26). Poco dopo la cappella di S. Rocco, dove termina l'asfalto, si continua a destra (6,90). Alcuni tornanti ci portano agli ampi prati che circondano le Grange Mouchecuite, menzionati tra l'altro nel libro "L'incendio" dello scrittore Mario Soldati. Si incrocia quindi il percorso della vecchia decauville dove i percorsi "A" e "B" si ricongiungono (9,78). Superato il rio Almiane (10,54), si affianca il lago artificiale dell'ENEL con percorso che si mantiene pianeggiante per circa due chilometri. La diga venne realizzata dalle Ferrovie dello Stato nel 1930. In origine doveva essere del tipo ad archi multipli ma, a seguito del crollo di una diga simile a Gleno (BG), il progetto venne rivisto adottando la tecnica a gravita' massiccia in calcestruzzo. Lo sbarramento misura 60 metri in altezza e presenta un arco appena pronunciato lungo circa 200 metri con larghezza di metri 5 alla sommita' che diventano 45 alla base. Il materiale inerte necessario alla sua realizzazione (sabbia, ghiaia, pietrame) venne prelevato al Plan du Fond, dove sorge il rifugio Scarfiotti. Oggi, a testimonianza delle tre cave, sono rimasti altrettanti laghetti dal caratteristico colore smeraldo. Il bacino ha una capacita' di 3.900.000 metri cubi.  Nei pressi del monumento che commemora i 31 alpini del Battagliano Fenestrelle travolti nel gennaio del 1931 da una valanga (13,17), si attraversa il rio, incontrando poco dopo la fontana del Baby. Passando poco sopra le Gr. Picreux ed attraversato un ponte realizzato con assi di legno, si perviene al Plan du Fond dove lasciamo a sinistra la deviazione per il rifugio (15,23). La strada che stiamo ora percorrendo venne realizzata dalla VARO (Societa' per l'incremento turistico del Vallone di Rochemolles) all'inizio degli anni '60 per raggiungere gli impianti per la pratica dello sci estivo sul ghiacciaio Sommeiller (furono gli unici nelle Alpi Cozie), da decenni abbandonati a seguito del ritiro del medesimo. La stessa societa' realizzo' anche un rifugio con funzione di alberghetto. Il transito sulla strada era soggetto al pagamento di un pedaggio (un tot a persona). Affrontiamo dunque i numerosi e geometrici zig-zag della Rousse che precedono il Piano dei Morti ed il Colletto (20,42). Da questo, con una breve discesa, ci portiamo al Pian dei Frati, l'ultimo tratto pianeggiante, dove attraversiamo su ponte il rio di Fond (21,02). Al termine del pianoro, ci aspetta un imprevisto tratto asfaltato, dal quale si stacca il sentiero per il Passo Fourneaux (21,91). Con un'altra serie di tornanti, in un paesaggio dove la vegetazione e' ormai scomparsa, si aggira il Pian di Patare', dove vi sono i resti di un piccolo laghetto. Ci aspettano poi gli ultimi 3 tornanti, molto impegnativi per via del fondo abbastanza rovinato. Si arriva finalmente al Colle Sommeiller (26,66 - ad essere pignoli si tratta di quello est), posto sul confine italo-francese, tra la Rognosa d'Etiache e la Punta Sommeiller. Qui troviamo anche un grazioso laghetto ed il rifugio Ambin, nome col quale era indicato un tempo il colle.


Il profilo altimetrico
dal sitosalite.ch