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Fine settimana tra Val di Susa e Val Chisone
 

Da queste parti ho pochi precedenti, da contare sulle dita di una mano: Sestriere, Monginevro, Moncenisio, Colle del Lys. Scorrendo la lista dei BIG di Daniel Gobert trovo Sacra di San Michele e Colle delle Finestre. Bene: è l'occasione buona per tornare nel torinese.
Sacra di San Michele vuol dire anche Colle Braida E' una meta suggestiva perchè l'abbazia benedettina che domina l'imbocco della Val di Susa evoca monaci si, ma anche guerrieri, è una fortezza prima che un monastero, dove il silenzio ha più della veglia d0'armi che del raccoglimento e della meditazione. Il Colle delle Finestre è l'occasione buona per dare un'occhiata all'altopiano dell'Assietta e alla sua rete di strade militari. Decido quindi di fare un buon allenamento (breve) il sabato sulla Sacra di San Michele e il Colle Braida e la domenica di salire in MTB al Colle delle Finestre partendo da Susa.

 
Colle Braida m. 1.007 - Arrivo ad Avigliana alle 13, l'ora piu calda e mi avvio in direzione Giaveno pensando di salire prima al Colle Braida da Valgioie e poi di scendre alla Sacra di San Michele. Pensata una cosa e fatto il contrario. Al primo bivio che incontro, subito dopo il lago Piccolo, vedo il cartello "Colle Braida" e lo seguo girando a destra. La strada è molto piacevole con larghe zone d'ombra e con la visione del lago a tratti., poi si inerpica a mezza costa verso San Pietro e la Socra di San Michele, come una balconata sull'inizio della Val di Susa. Poco prima di Mortera la strada ha un'impennata violenta (300 metri), poi 1 km di discesa e si risale con circa 1 km con pendenze superiori al 10%. Ma la Sacra di San Michele incombe e presto arrivo al Colle della Croce Nera che in verità è un parcheggio per i visitatori della Sacra. Giro a destra e raggiungo l'abbazia dove incontro Beppe Varetto da Cumiana (TO). Ci fotografiamoa vicendo, ci scambiamo le nostre impressioni, ci salutiamo e riparto per il colle Braida che raggiungo dopo 2 km di dolce salita. Poi discesa fino a Giaveno e rientro ad Avigliana. Domani sarà un'altra faccenda.

Colle delle Finestre m. 2.176 - Ed in effetti l'indomani è un'altra faccenda: 19 km di salita dai 516 m. di Susa ai 2.176 m. del Colle delle Finestre con strada asfaltata fino al Colletto di Meana e poi sterrato fino in cima. Imbocco la peovinciale (sono le 6.30) e subito la prima annunciata sorpresa: pendenze oltre il 10% fino al 16% per passare dotto<la linea ferroviaria Torino Bardonecchia e raggiungere l'abitato di Meana. Poi la starda restringe e con pendenze più abbordabili attorno all'8% si sale in un bosco fittissimo dove a malapena il sole si intravede a sprazzi. Iniziano i tornanti (ne ho contati più di 30) e l'asfalto non è molto scorrevole. Arrivo, dopo 11 km al colletto di Meana e seguendo il consiglio dei vecchi faccio il pieno d'acqua. Poi si comincia a mangiar polvere, un pò in senso figurato, trattandosi di sterrato, e un pò in senso letterale poichè inizianiano a passare auto e moto che non sempre si sccorgono che stanno superando o incrociando un ciclista (salvo rarissime eccezioni di auto e moto che rallentano vistosammente per non creare problemi e sopratturro per non sollevare polvere). Usciti dal bosco di rade conifere lo sguardo spazia per pascoli e alpeggi con numerose vacche indolenti ed annoiate .Arrivo all'Alpe Casette e alla ricerca di qualcosa da mangiare che non siano le solite schifose barrette mi trovo in un piccolissimo caseificio dove una signora sta preparando la cagliata. Ci scambiamo le reciproche cono scenze in fatto di formaggi (i miei un tempo facevano questo lavoro), compro vari tipi di tome e un bel pane di burro che ritirerò al ritorno (un paio d'etti me li mangio subito) e riparto. Il colle delle Finestre con rtelativo Forte sono orma acirca 3 km. Ancora tornanti, qualche tratto perfido ed assassino e poi ci sono. La vista sia verso l'Assietta che verso Susa è stupenda, il verde è intensissimo e l'intrico di strade militari sembra disegnato con contorni netti senza sfumature. Ma bisogna scendere e lo faccio "abbastanza velocemente" rendendomi conto che in discesa su queste strade la concentrazione deve essere massima, per evitare sassi e "resti" bovini e per non passare direttamente da un tornante all'altro attrverso i prati. Prendo il formaggio e quando arrivo sull'asfalto mi pare di non avere strada sotto le ruote ma un levigatissimo pavimento.