Altopiano della Gardetta
due giorni con le marmotte
Le foto:
-----1° giorno - da Vernetti al Rifugio Gardetta (Piero)
-------2° giorno - il giro delle creste (Piero)
-------Le creste dell'Oserot-Gardetta-Fauniera (Giorgio)
-------Marmotte, Stelle Alpine panorami (Luca)
Il luogo:
-----mappa
-------percorso

 

Alcune note sul magnifico itinerario che ci ha portato a pedalare sull'altopiano della Gardetta....Pronti all'invito dell'amico Piero, Georges Luca ed io, la sera di ferragosto ci ritroviamo a "bagolare" con lui su un tavolaccio della Pensione Locanda Occitana Ceaglio di Vernetti in Valle Maira, studiando e interpretando sulle carte quello che ci aspetta il giorno dopo. Intanto, sul costone antistante al locale, incuranti, due cervi pascolano tranquillamente sotto lo sguardo incuriosito dei numerosi avventori.
Come da programma la mattina seguente affrontiamo con le nostre superleggere MTB la lunga e dura salita, appena asfaltata, che ci porterà dai 1200 metri di Vernetti, prima ai 2083 m. del colle del Preit, e poi, su strada bianca, al Rifugio Gardetta e ancora, poco sopra, ai 2437 m. dell'omonimo passo.
La giornata è semplicemente splendente e in cielo non spunta una nuvola. Gli ultimi due chilometri verso il Passo del Preit sono veramente tosti ( 20-21% di pendenza), ben presto mi ritrovo in affanno e anche una bella signora che sale a piedi, prima mi raggiunge e poi mi supera.... La imploro: "Signora per cortesia non mi faccia fare brutta figura, si fermi un momento"... Ride di gusto, si ferma e aspetta il marito che la segue ad un centinaio di metri... Meno male, la figuraccia è scampata... Subito dopo al Passo ritrovo Luca che ha appena finito il suo primo pisolino... Dietro, poco dopo, agili e leggeri, senza apparente fatica, appaiono Georges e Piero. Con loro affrontiamo il lungo sterrato che ci porterà prima al Rifugio e poi ai 2437 m. del Passo della Gardetta e ancora, solo per Luca ed io, ai 2620 m. dello spettacolare Passo di Rocca Biancia, sempre seguiti dagli sguardi beffardi e divertiti delle numerosissime marmotte presenti. Lo scenario tutt'intorno e semplicemente unico, paradisiaco.
La scelta di dormire al rifugio si rivelerà particolarmente azzeccata in quanto ci permetterà, oltre che a sperimentare l'emozione di dormire per la prima volta sul tavolato, anche di poter distribuire meglio le forze e poter affrontare più tranquillamente i numerosi valichi previsti per il giorno dopo.
Fra i diversi colli scalati meritano sicuramente una nota a parte sia il Colle di Rocca Biancia (2620 m.) raggiunto il primo giorno dopo un sentiero impervio e spettacolare, sia il colle d'Ancoccia (2533 m.) dal quale godiamo di una vista unica, veramente stupenda su tutto l'anfiteatro naturale dell'altopiano, dal Passo della Gardetta al Valcavera.
Arrivati sulla strada asfaltata nei pressi dei più noti Passi Valcavera e Fauniera (Colle dei Morti) e reso doveroso omaggio alla statua del "Pirata", ci tuffiamo in discesa verso il Passo del Vallonetto e il Colle d'Esischie, per ritrovarci, dopo una ventina di chilometri (... e ben due bucature di Piero) comodamente seduti intorno al solito "Tavolaccio" a brindare all'impresa compiuta.
Dove andremo la prossima volta? Piero, pensaci tu. Noi siamo pronti.
Aurelio Battiston

Una due giorni trascorsi in compagnia di Aurelio , Piero e Giorgio sull'altopiano della Gardetta,
con cena e pernottamento al rifugio omonimo. Indimenticabile .Il tempo, meraviglioso, d'altra parte non poteva essere diverso organizzazione Rota non sbaglia, e un paesaggio naturale stupendo. A mio modo di vedere quasi irripetibile.
Molto dura la salita del Preit, ma poi il paesaggio che si apre ripaga ampiamente la fatica fatta.
Attendo ora la nuova proposta di Piero per il 2006 ( cosa ci riserverà?)
Luca Maretti

Finalmente i meteo annunciano bel tempo stabile in montagna per due o tre giorni, e i "soliti quattro" : Giorgio, Piero, Aurelio e Luca, dopo le creste dell'Assietta dello scorso anno, si ritrovano a Vernetti (Marmara) alla locanda-pensione Ceaglio, preparare l'assalto alle creste dell'Oserot-Gardetta-Fauniera. Partenza, l'indomani alle ore 9 in direzione del Colle del Preit 2084 m. quí termina l'asfalto e si prosegue su strada bianca verso il Passo della Gardetta 2437m dove Aurelio e Luca decidono continuare su una mulattiera dissestata un andata-ritorno, visitare il Passo di Rocca Bianca 2620m. Ci ritroviamo tutti al Rifugio Gardetta, per una mia prima esperienza di una gradevole nottata in un rifugio d'alta montagna. L'indomani, la giornata si annuncia meravigliosa, il cielo é blu, é il giorno dei miei 72 anni, dopo una lauta colazione riprendiamo il nostro "lento andare" su e giù attraverso una serie di valichi con intermedi ad attendere Piero che ha particolarità di riprendere fiato con le solite "pause sigaretta"!
Colletto del Bric Servagno 2451m, Colle di Salsas Blancias 2447 m, Colle Cologna 2394 m, Colle Margherina 2420 m, Colle della Bandia 2408 m, e dopo la variante per il Colle del Mulo 2527 m (un valico sicuramente per muli!) e il Colle Acconcia 2535m, ritroviamo l'asfalto in prossimità del Colle Valcavera 2416 m. Un pensiero al grandissimo Marco durante l'ultima difficoltà, il Colle dei Morti 2481 m, più conosciuto erroneamente come Colle Fauniera. Non si dimentica la classica foto sotto il monumento a lui dedicato in mezzo a una moltitudine di ciclisti. Le fatiche sono dietro, una lunga discesa attraverso il Colle del Vallonetto 2447 m e il Colle d'Esischie 2366 m ci riporta al punto di partenza.
Indimenticabile passeggiata!
Giorgio Rossini

Leggendo, due anni fa, la descrizione che Carlo Colombo faceva del Vallone del Preit e dell'omonimo passo e vedendo alcune suo foto, avevo pensato che prima o poi ci sarei andato.
E così è stato.
Infatti quando si è trattato di organizzare la gita a quattro per riprovare le sensazioni dello scorso anno sulle Creste dell'Assietta ho capito che il Preit e l'altopiano della Gardetta erano il terreno ideale; soprattutto mi piaceva l'idea di pernottare in rifugio, riassaporando dopo tanti anni quelle sensazioni che solo la montagna sa dare.
Controlli meteo accurati, un rapido giro di telefonate e ci ritroviamo la sera di ferragosto a Vernetti, alla locanda occitana "Ceaglio", dove, insieme alla squisita ospitalità ed all'eccellente cucina, incominciamo a calarci nel clima dell'avventura che ci aspetta.
La sera, dopo cena, mettiamo a punto il piano per i due prossimi giorni e prendiamo una decisione fondamentale: niente orologi, niente tempi da rispettare, solo bici, montagna e tutto quello che di buono e bello ci può venire da due giorni passati in alto tra amici.
E al mattibo dopo in sella e via: il Vallone del Preit con i durissimi ultimi 2 km prima del valico, il piacevole avvicinamento al Rifugio Gardetta, la salita al Passo della Gardetta.
Aurelio e Luca si spingono fino al Passo di Rocca Brancia, metre io e Giorgio gli aspettimo al Passo Gardetta . L'unico rimpianto è di non essere andato con loro ma la stanchezza e la prospettiva di trascinare la bici per il sentiero scosceso verso Rocca Brancia mi hanno dissuaso.
Un paio di ore di relax tra i verdi prati circostanti, le vacche al pascolo e le marmotte che giocavano rumorosamente tra loro rotolandosi per i pendii antistanti il Rifugio, cena a base di ottimi e abbondanti spaghetti e poi tutti a dormire sul "tavolato" (con materassi ovviamente).
Durante la notte, ascoltando il vento, faccio una strabiliante scoperta: Giorgio non russa, e si che di solito il suo russare è simile al rumore di cento taglialegna che abbattono la foresta amazzonica.
Verso le cinque apro la finestra per sentire il vento in faccia e vedo il prato punteggiato da massi bianchi: strano, si vede che non eravamo venuti da questo lato del Rifugio. Poi un masso si anima, sbuffa e comincia a brucare l'erba; nel giro di mezzora tutti i massi d'incanto si sono trasformati in tranquille mucche al pascolo in attesa dei primi raggi del sole.
Sveglia per tutti, abbondante prima colazione e di nuovo in sella per le bianche strade dell'altopiano, sempre dominato dall'imponente sagoma della Rocca Meja che cambia continuamente aspetto e profilo al cambiare della nostra posizione.
Ricognizione accurata e puntigliosa di tutti i valichi, compresi quelli che richiedono una deviazione dalla strada principale: deviazione breve per il Colle di Salsas Blancias, più lunga ed impegnativa per il Colle del Mule e il Colle dell'Ancoccia ma ne valeva veramente la pena per le vedute che solo da quelle altezze si possono godere.
Poi l'asfalto del Valcavera, l'emozione della stele a Marco Pantani sul Colle dei Morti (Fauniera), la mia doppia foratura in discesa con il provvidenziale intervento di Luca ed infine il ritorno a Vernetti per il Colle Esischie.
Alla locanda Ceaglio birra e salame a volontà poi ci salutiamo e ci diamo appuntamento per il prossimo anno. Dove?
Piero Rota