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L'idea
era stata di Tullio Pavanelli che aveva avvertito che il 27 agosto, in
occasione della granfondo Oztaler il Passo del Giovo e il Rombo sarebbero
rimasti chiusi al traffico e riservato ai ciclisti. Occasione buona si
coglie e il 26 sera sono a SanLeonardo in Passiria. Con Tullio mi accordo
di trovarci lungo la strada: io partirò abbastanza presto e lui
mi raggiungerà per poi fare gli ultimi km di salita condue suoi
amici che intendevano partecipare alla granfondo. La notte a San Leonardo
piove, a Solden (Austria), punto di partenza della granfondo, anche peggio
e i due amici non partono. Tullio cerca di avvertirmi che non verrà
ma ho il telefono spento. Ci chiariremo poi in serata. Parto alle 9 con
la MTB a gomme leggere semilisce: la strada asciutta e c'è il sole
con alcune nubi attaccate alle montagne. La temperatura è mite
(18 gradi) e sono in normale tenuta ciclistica ma nel sacco ho tutto per
coprirmi e ripararmi dalla pioggia e dal freddo compresi i guanti interi
che faranno comodo nella discesa. Prima sosta a Moos (m. 1.015) doèpo
7 km di strada; qui iniziano i tornanti ed un tratto di circa 8 km con
pendenze tra il 7 e il 9% - intanto cominciano ad arrivare i partecipanti
ad un'altra manifestazione, la "San Leonardo Bike Team". Dopo
19 km raggiungo il rifornimento della Oetztaler emi fermo al vicino bar
per una fetta di strudel con caffè. Ancora
2 lm e poi, dopo un tornante sopra un ponte inizia il duro: 2 km oltre
il 10% e poi, dopo un breve tratto meno ostico altri 2 al 9,5%, poi la
galleria in falsopiano e infine il valico. Inizio il tratto duro e presto
arrivano i primi 2 della Oeztaler, vanno come treni e probabilmente sono
dei professionisti. Proseguo con la mia solita andatura, tornante dopo
tornante e si indovina, la in alto il punto dove la strada si infila nella
galleria. I granfondisti intanto arrivano in gran quantità e mi
schivano salendo con velocità almeno doppia della mia. Il sole
va e viene ed ogni tanto arriva qualche goccia portata dal vento. Ultimo
tornante e vedo il buco della galleria che raggiungo mentre inizia a cadere
una pioggia fine e gelata. Mi copro e attraverso i 550 metri della galleria
illuminata per l'occasione e poi con altro falsopiano e una breve salita
raggiungo il cartello del passo, 100 metri prima del confine. Adessso
piove decisamente e tira vento: mi metto addosso tutto quello che mi sono
portato dietro e dopo le solite foto mi incammino in discesa, con molta
prudenza perchè i granfondisti e le auto al seguito occupano tutta
quanta la sede stradale. Dopo la galleria che attraverso con qualche difficoltà
(gli occhiali bagnati e la luce in faccia mi costringono a fermarmi) e
inizio a scendere lungo i tornanti dal fondo lucido di pioggia (parecchi
granfondisti salgono a piedi). Dopo circa 10 km la pioggia finisce e la
strada comincia ad asciugare e con la sicurezza che dà la MTB e
i suoi freni, arrivo senza soste a San Leonardo. La salita nel suo complesso
non mi è parsa durissima (i rapporti della MTB sono un'altra cosa)
ma lunga, lunga, tanto lunga, interminabile. Ma ne è valsa veramente
la pena. Unico rimpianto il mancato incontro con Tullio, ma di questo
ne ho già parlato. |
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