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Entroterra
ligure di ponente |
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La
sella di San Bernardo di Conio dalla Colla d'Oggia
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L'
ultima salita dell' anno 2002: sullo fondo La Gorezze
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Altre
foto di Loano |
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La bici è
poesia - da Rimini con amore
testi e foto
di Pierdomenico Valcamonici
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Il
Ciclista
Pigiando
allegramente sui pedali,
egli va per l'assolata strada di compagna,
sul monte o in collina
talvolta col vento o la pioggia.
Lunga
è la strada, sembra perdersi all'orizzonte.
Ma dopo una curva, come per incanto,
eccone un altro tratto, e un altro ancora.
Ed
egli pedala felice,
pensando a quanto sia bella la natura coi suoi colori,
e ringraziando Colui che l'ha creata
sussurra con voce vibrante:
Grazie o Signore mio Dio,
creatore del cielo e della terra
per le emozioni che mi fai provare.
E poi con un guizzo veloce, felice, pedala verso casa.
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Il
cavallo d'acciaio
Andare
in bicicletta è una passione
che prende un po', mo guarda là,
ad ogni stagione e ad ogni età.
Ogni
anno che passa è sempre più dura,
ma però sei allegro perché pedali in mezzo alla natura.
E quando lo stomaco fa la lagna
al primo bar se beve e se magna.
E poi si riparte a gran carriera, per arrivare a casa,
o all'albergo, prima di sera.
Quando
si pedala, poi, in mezzo al verde
e il nostro sguardo lontano si perde,
la fatica non fa più paura
e i nostri polmoni si riempion d'aria pura.
Tutti
lo sappiamo: tra noi c'è chi va forte e chi va piano,
però tutti pronti a dare una mano
per arrivare fino alla cima
aspettando gli altri chi arriva prima.
Questo è un gruppo ben composto,
di varie regioni, non tutti del posto,
tutti pronti ad affrontare la salita,
sia sulla strada che nella vita.
E
allora?
Due Ruote e puoi sfidare il mondo,
puoi arrivare primo,
puoi arrivare in fondo,
puoi arrivare in cima.
Due ruote per dimostrare che puoi.
Agli altri, ma prima di tutto a te stesso.
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Sensazioni
Mi
inoltro allegramente nella campagna
E la luce del mattino, del pomeriggio o della sera,
sia inverno, primavera, autunno o estate,
sia che faccia freddo o vi sia il sole,
entra dolcemente nei miei occhi
che si beano di si dolce visione.
Poche
pedalate bastano
E una miriade di colori e forti emozioni mi assale.
Oh quante volte sono rimasto a guardare,
immobile, pensieroso, sconcertato, in lotta con lo spirito
e gli occhi freneticamente in movimento,
le bellezze del creato.
E
mentre pedalo rubo sensazioni,
luci, colori che agli occhi miei si presentano, chiedendomi:
riuscirò a non rovinare ciò che Tu, o Signore
creatore del cielo e della terra mi offri?
Continuo
a pedalare, assolutamente convinto che
tutto ciò che vedo e che tu hai creato, o Signore,
per me, sono le cose più belle del mondo
perciò umilmente ti dico:
grazie o Signore mio Dio, per le emozioni che mi dai.
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Le giovani speranze
dell'UIC sul Ventoux
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Caro
piero,
ti mando la fotografia dei piu giovanni del UIC (dejace Jules, Jacques
Franck). Siamo sulla vetta del Mont Ventoux. Abbiamo fato la salita con
10
altri del mio club del Belgio. Per noi, è la quarta volta che abbiamo
fato la salita. La seconda volta per i nostri 65 anni, la terza per i 70
anni . Speriamo fare ancora nostri 75 anni nell anno 2005.
I colore dei UIC sono bellissime et sono perfette per la colore del cielo
della Provincia !
ciao.
jacques
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Jacques
Frank e Jules Dejace sulla vetta del Ventoux |
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Il
gruppo degli amici belgi
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La salita al Colle
di Sampeyre
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Ieri,
15 maggio, sono salito al Colle di Sampeyre, continuando una abitudine
che dura da alcuni anni e cioè di fare alcune salite del Giro d'italia
qualche settimana prima che ci passino i corridori, e poi, il giorno della
tappa, incollarmi al televisore per ripercorrere con loro la strada e
rivivere le sensazioni cha allora ho provato.
Avevo cominciato con la salita di Oropa, poi con il Fauniera (non me ne
voglia Georges se chiamo così il Colle dei Morti), Sant'Anna di
Vinadio, il Pordoi, il Fedaia-Marmolada ecc. quest'anno tocca al Sampeyre.
I dettagli della salita li lascio alle foto
e ai brevi commenti che le accompagnano. Quello che mi
preme è cercare di trasmettere sensazioni, di condividere con chi
mi legge i pensieri che mi passano per la testa mentre sto pedalando
Il "Progetto Sampeyre" era nato nella mia testa il giorno in
cui era stato presentato il Giro d'Italia 2003. Di quella parte del Cuneese
avevo già percorso i valichi più importanti: Agnello, Fauniera,
Esischie, Colle della Lombarda, Sant'Anna di Vinadio. Da più di
un mese avevo cominciato a consultare l'altimetria e a leggere alcune
descrizioni della salita; una in particolare mi aveva impressionato e
ve la riporto dal sito dell'Associazione Sportiva Fausto Coppi on the
Road www.faustocoppi.net
:
"In
una classificazione di difficoltà basata su svariati parametri,
proprio questa salita è, statistiche alla mano, la più dura
in assoluto del cuneese.
Qualcuno può pensare che stia volutamente facendo del cicloterrorismo
a buon mercato, ma cè un precedente che va assolutamente
considerato.
Questa salita entrò nel tracciato della F.C. già nel 97
alla quale presi parte, ed anche allora si arrivava dalla discesa del
Col dEsischie, salendo vidi, mai come prima di allora mi capitò,
ma neppure poi in seguito, file (plurale) di ciclisti tornare indietro
in discesa, rinunciando a salire e ritirarsi in massa, ne fui indelebilmente
impressionato. Quelle maglie arancioni e quelle facce stravolte e rassegnate
che tornavano indietro, le ho ancora tuttoggi stampate davanti agli
occhi.
Subito linclinazione dei corrimano bianchi, danno lesatta
percezione della pendenza iniziale: 15 % secco, a freddo.
Lascesa è spietatamente dura ed aspra e al contempo affascinante,
come lorrido con pareti a strapiombo che il torrente Elva 30, 40
metri più in basso, si è scavato nei millenni e che lardita
strada ora sovrasta, questa, sempre a rischio di caduta pietrisco.
Al km. 3, allo sbucare da un tunnel, facente parte di una breve serie
scavati direttamente nella nuda roccia, la strada concede 150 m. di discesa
ed una 50na di spiano, poi è quasi tutto un pianto!
Quel quasi sta per 1,5 km., nellinsieme, sotto al 5 %, posto quasi
tutto con un km. filato (dal 4,3 al 5,3), con una media del 3,5 %.
Tutto il resto sarà per la maggior parte in doppia cifra, e per
un km. totale diviso in cinque tranches, toccherà linclinazione
massima di partenza: 15 %.
Al km. 12,3 (Colle della Cavallina), incrocia il bivio che sale da Stroppo,
il Sampeyre si vede benissimo, è lì, in alto a sinistra
e il lungo spartiacque prativo, cela la spettacolare piramide del Viso.
Pare dessere arrivati, ma è una pia illusione, il classico
ultimo, piccolo, breve sforzo non sarà né ultimo,
né piccolo, né breve, anzi, saranno i vostri
quasi
quattro km. più lunghi che mai abbiate pedalato, per giunta, con
una mini beffa finale.
Lungo i 16,2 km. di tutta la salita, incontrerete pochissimi tornanti
ad aiutarvi, due dei quali piazzati 50 m. prima del valico, ando ormai
non servono più."
Al
momento di venire al dunque cercavo continuamente scuse per rimandare:
il tempo non è buono, c'e ancora la neve, ho del lavoro da terminare
ecc.
Ma poi le scuse sono finite ed eccomi qui al bivio della statale 22 della
Val Maira - una foto e via.
Dopo 500 metri cominciano le recriminazioni: perchè non ho fatto
qualche chilometro di riscaldamento? perchè non sono andato alle
cascate del Toce? perchè ho imparato ad andare in bicicletta? perchè
mi vado sempre a infognare su queste salite? Chi me l'ha fatto fare?!
Ecco: quando arrivo a pormi quest'ultima domanda vuol dire che comincio
a divertirmi veramente.
Il Vallone d'Elva è di una bellezza orrenda, la strada è
una sottile cengia appesa sul torrente che cento metri più sotto
scorre impetuoso scavandosi il letto tra le rocce.
Le gallerie si susseguono come buchi neri. Riuscirà mai a vedere
la luce dall'altra parte?
Per fortuna ho deciso di documentare la salita con numerose foto, ma per
fare le foto devo fermarmi così tiro il fiato. Il problema è
ripartire con queste pendenze,
Qualche zig-zag non fa male ma la strada è stretta è non
è facile.
Ho fame. Mi sparo un flacone che io, scherzando con i miei figli, chiamo
"nandrolone" - in realtà è maltodestrina Enervit.
Finalmente arrivo alle case intraviste dal basso. La locanda San Pancrazio
è aperta ma la cucina è chiusa - mi accontento di un panino.
Il proprietario mi parla dei percorsi in mountain bike che un gruppo di
persone mantiene in valle: circa 200 km suddivisi in tappe, ciascuna tappa
con posti di sosta per appoggio - mi promette di inviarmi del materiale
da pubblicare sul sito - lo farò molto volentieri doprattutto dopo
aver ammirato gli stupendi affreschi quattocenteschi della chiesetta della
borgata Serre di Elva.
Riparto con le parole dell'albergatore che mi ronzano in testa: "ci
sono ancora tratti molto duri. ma vedrà che ci arriva".
Alcuni tratti sono veramente duri, altri più pedalabili (si fa
per dire) al 5-6%.
Dopo il bivio di Stroppo sento il fischiare delle marmotte - ne vedo una
ma riesco a fotografare solo la tana dove si è rifugiata.
Ormai ho passato i 2.000 metri e tratti al 10% si alternanano ad altri
più agevoli.
Improvvisamente ed imprevidibilmente, in una improbabile finestra apertasi
nel black-out totale della telefonia cellulare, squilla il telefonino.
é mio nipote che in coda sulla tangenziale di Milano mi annuncia
che andrà a passare il fine settimana ad Alassio. Ecco il dilaogo:
Lui: "posso, zio?"
Io: "......"
Lui: "posso, zio?"
Io: ".........."
Lui: "zio, ti senti bene?"
Io: "......sssi, bene, va bene, ciao"
I puntini, come avrete intuito, stanno per grugniti, ansiti, suoni inarticolati.
Proseguo. Ombre nere mi passano davanti. Sono corvi ma mi piace pensare
che siano aquile.
Alzo la testa - finalmente intuisco il valico, anzi ci sono proprio perchè
poi la strada comincia a scendere.
Lontano sento la ruspa che libera dalla neve il versante della Val Varaita.
Allora compio un rito salutare e distensivo nello stesso tempo: una breve
passeggiata sulla neve a piedi nudi fumando golosamente una sigaretta.
Sono il padrone del mondo e lo guardo dall'alto in perfetta solitudine.
Durante la salita ho incontrato 4 automobili, un furgoncino, una cinquantina
di vacche, un ciclista che scendeva mentre salivo, un ciclista che saliva
mentre scendevo, 3 persone alla locanda, una marmotta.
Sono ormai le 5 - è ora di scendere.
Mi sento un leone ma anche i leoni alla sera tornano a casa.
Piero
Rota - 15 maggio 2003
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I valichi dell'Oltrepò
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In
70 chilometri 7 valichi a cavallo tra pavese e piacentino.
La descrizione sarà in seguito inserita tra i Percorsi italiani
Per ora le
foto
La
planimetria |
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L'altimetria
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Due giorni a Città
di Castello
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La
riunione del Direttivo UIC a Città di Castello, nei giorrni 14
e 15 giugno è stata l'occasione per un mini raduno e per due
piacevolissime uscite in bici nella zona a cavallo di tre regioni: Toscana,
Umbria, Marche.
Sponsor e anfitrione delle due giornate è stato Giordano Castagnoli
che ha organizzato il soggiorno e le uscite di sabato e domenica.
Sabato
mattina (foto)
breve uscita a 6 (Georges, Tullio Pavanelli, Giordano, Piero e due amici
di Città di Castello: meta Nonte Santa Maria Tiberina (m. 688)
e i colli circostanti.
Domenica
(foto) giro più consistente sia come percorso che
come partecipanti (Giordano e i due amicim Mauro, Carlo, Georges, i
due Tullio, Flavio, Emanuele, Ameris, Alfonso.
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Passo Spluga
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In pianura siamo sui 38-40 gradi, allora è meglio andare
in alto, anche in vista del prossimo girosulle Creste della Bala
in compagnia dei due Tullio di ferro: Forelli di Iseo e Pavanelli
di Trento, fissata per il 28 giugno.
Partenza
da Chiavenna verso il Passo
dello Spluga m. 2113 (foto) nella speranza di trovare
temperature più accettabili e per vedere quanto incidono
i 5 chili in meno che in un mese e mezzo sono riuscito a perdere.
Giornata
stupenda e piacevoli incontri, tutti rigorosamente in lingua tedesca,
con nuovi amici ciclisti come Markus
e Anna ai quali ho dato appuntamento su queste pagine
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La cresta della
Bala
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Tullio
Pavanelli, Umberto Giordani, Tullio Forelli, Piero Rota : un quartetto
UIC su uno dei percorsi più spettacolari e gratificanti che un
ciclista di montagna possa sperare.
Percorso
mitico: una cavalcata attorno ai 2.000, con la dura salita in quota al
Passo Maniva e al Dosso dei Galli e la discesa su Bagolino ed il Lago
d'Idro. Uno scenario imponente caratterizzato non da ardite cime dolomitiche
ma da ampi spazi aperti, non dai tornanti geometrici con fondo da biliardo
ma da un aspro sterraton che per una decina di chilometri in salita, in
discesa, in piano, trasporta il ciclista indietro negli anni, lo fa sentire
pioniere di un ciclismo passato, mai morto.
Riportiamo
le prime impressioni visive suddivise in quattro sezioni:
Da
Anfo al Passo Baremone (passo di Marè)
Da
Passo Baremone al Passo Maniva
Dal
Passo Maniva al Passo Crocedomini
Dal
Passo Crocedomini ad Anfo
Il
commento di Tullio Pavanelli
Relazione
dell'attraversata delle Creste della Bala.
Il
giorno 28.06.03, quattro ardimentosi associati UIC.
Piero
Rota n. 95
Forelli Tullio n. 25
Giordani Umberto n. 13
Pavanelli Tullio n. 9
Hanno
deciso di cimentarsi nel giro delle Creste della Bala, per accumulare
passi.
Di seguito la descrizione per che non lo sapesse:
Da
Anfo a Passo Maniva km. 25,5 nei quali si scalano:
1.
passo di Cuca Chetoi mt. 895 - n. 1219
2. passo di Cuca del Frinco mt. 1.290 - n. 1218
3. passo del Maré mt. 1.418 - n. 1217
4. passo della Spina mt. 1.521 - n. 1216
5. passo della Berga mt. 1.527 - n. 1215
6. passo del Dosso Alto mt. 1.727 - n. 1213
7. passo di Maniva mt. 1.664 - n. 1214
8. goletto dei Zocchi mt. 1.795 - n. 1212
Da
passo Maniva a Passo di Croce Domini km. 18,2 nei quali si scalano:
9.
goletto delle Crocette mt. 2.071 - n. 1122
10. passo di Dasdana mt. 2.070 - n. 1123
11. passo del Dosso dei Galli mt. 2.103 - n. 1124
12. goletto del Giogo della Bala mt. 2.129 - n. 1125
13. goletto La Grapa mt. 2.115 - n. 1126
14. passo di Lavena mt. 2.042 - n. 1127
15. goletto di Rondinino mt. 2.011 - n. 1128
16. passo di Croce Domini mt. 1.892 - n. 1129
Da
passo Croce Domini a Val Dorizzo km. 12,7 nei quali si scalano:
17.
goletto di Cadino mt. 1.938 - n. 1130
18. goletto Gàvero mt. 1.783 - n. 1131
Da
Val Dorizzo a Bagolino km. 7,3
Da Bagolino a Riccomassimo km. 10,8
Da Riccomassimo a S. Antonio km. 8,8
Giornata
stupenda, con partenza in salita.
Da Anfo al passo Rosa di Baremone (Marè), Km 11, metri 1.038 di
dislivello.
Traffico inesistente.
Vicino al passo Dosso Alto, esiste il passo delle Portole, raggiungibile
un poco a piedi ed in bici su sentiero abbastanza buono.
E' un passo stupendo, da gustarsi per intero.
A passo Maniva, i quattro ardimentosi si sono separati.
Giordani e Pavanelli, sono andati in avanti, mentre Forelli e Rota hanno
proseguito con tranquillità.
I sette passi oltre i metri 2.000, ci riportano indietro nel tempo, ma
sono di una bellezza unica.
Unico neo, sono quasi tutta strada bianca, ma percorribile con la bici
ultraleggera.
Cacciatori di passi, non potete dimenticare quasto giro, dove si mettono
in carniere ben 18 passi (per alcuni 19) di cui 7 oltre i metri 2.000.
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Il
percorso |
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Il
profilo altimetrico
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I
valichi |
Da
Anfo a Passo Maniva: km. 25,5 nei quali si scalano:
1.
passo di Cuca Chetoi: m. 895 - n°. 1219
2. passo di Cuca del Frinco: m. 1.290 - n°. 1218
3. passo del Maré: m. 1.418 - n°. 1217
4. passo della Spina: m. 1.521 - n°. 1216
5. passo della Berga: m. 1.527 - n°. 1215
6. passo del Dosso Alto: m. 1.727 - n°. 1213
7. passo di Maniva: m. 1.664 - n°. 1214
8. goletto dei Zocchi: m. 1.795 - n°. 1212
Da
passo Maniva a Passo di Croce Domini: km. 18,2 nei quali si scalano:
9. goletto delle Crocette: m. 2.071 - n°. 1122
10. passo di Dasdana: m. 2.070 - n°. 1123
11. passo del Dosso dei Galli: m. 2.103 - n°. 1124
12. goletto del Giogo della Bala m. 2.129 - n°. 1125
13. goletto La Grapa: m. 2.115 - n°. 1126
14. passo di Lavena: m. 2.042 - n°. 1127
15. goletto di Rondinino: m. 2.011 - n°. 1128
16. passo di Croce Domini: m. 1.892 - n°. 1129
Da
passo Croce Domini ad Anfo km. 33,4 nei quali si scalano:
17.
goletto di Cadino: m. 1.938 - n°. 1130
18. goletto Gàvero: m. 1.783 - n°. 1131
Da
Anfo a Passo Baremone Km. 11,2
Da Passo Baremone a Passo Maniva Km. 14,3
Da passo Maniva a Passo di Crocedomini Km. 18,2
Da passo Croce Domini ad Anfo Km. 33,4
Totale km Km. 77,1
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Le Col du Sommeiller
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Photos
de l'ascension au Col
du Sommeiller par Michel Laloux |
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L'incompiuta:
Allos, Champs e...
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...
Cayolle. Il programma era ambizioso, almeno per me: da Barcellonnette
a Barcellonnette via Col d'Allos (m. 2.250), Colmars, Col des Champs (m.
2.087), St. Martin d'Entraunes, Col de la Cayolle (m. 2.327), Barcelonnette
- km 118, dislivello complessivo di circa 3250 metri con circa 50 km di
salita, il resto discesa, pianura zero. tutti coloro ai quali avevo esposto
il mio programma mi avevano risposto: "c'eat mieux deux jours"
e credo proprio che vessero ragione, anche perchè le cose non erano
andate come avevo in mente. Il mio programma era molto semplice: 8 ore
per i 50 km di salita (comprese le inevitabili soste), 3 ore di discesa
ai 25 all'ora per i 70 km di discesa, 1ora di ....imprevisti, totale 12
ore: si parte alle 6 del mattino e si torna alle 6 di sera, se va male
alle 7. Tutto era logico se non chè:
1 - mio figlio dice: vengo anch'io, ed io cosa rispondo" no tu no?
rispondo: molto bene! anche perchè la nostra amica Maria si dichiara
disposta a seguirci in auto. Cosa posso volere di più? auto al
seguito significa non portare nessun peso superfluo (oltre il mio naturalmente).
2 - partiti in auto da Alassio, arriviamo a Barcellonnette alle 8 di sera
e dopo aver bussato ad un centinaio di Hotel finalmente troviamo una camera
a quattro letti a Le Lauzet a circa 20 km da Barcelonnette - poco male,
penso, vuol dire che ci alzeremo un po prima, e saliremo in bici con un
po di ritatardo, ma ci stiamo dentro - in realtà dopo una riunione
operativa viene stabilito a maggioranza che una buona ora per partire
sono le 8 (per la cronaca io ho votato contro).
3 - a Colmars mio figlio Francesco dichiara che lui deve mangiare perchè
è poco allenato - capisco l'antifona e mi avvio da solo sapendo
in cuor mio che la bici di Francesco sarebbe finita immediatamente nel
baule dell'auto e che lui e Maria avrebbero comodamente e abbondantemente
pranzato per poi raggiungermi con comodo, ... tanto quello li va piano;
risultato: ho atteso quasi un'ora sullo scollinamento sopra il Col des
Champs, innervosendomi anche perchè avevo finito le sigarette.
4 - alle 15.30 inizio a scendere seguito dall'auto, ma arrivati a St.
Martin d'Entraunes si scatena un temporale con la conseguenza che anche
la mia bici finisce nel baule dell'auto e torniamo ad Alassio via Valle
del Var e Nizza.
Morale: quando vuoi fare una cosa, falla senza dirlo a nessuno e poi la
racconti agli altri.
A parte gli scherzi: mi sono divertito molto, non ho fatto eccessiva fatica
e mi rimane ancora un obiettivo in zona: il Col de la Cayolle.
Le
foto più signficative |
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Il
profilo altimetrico |
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A |
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L'UIC è
presente in Belgio
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Raccogliendo
l'invito dell'amico Jacques per una Randonnée in favore di "Medici
senza frontiere" ho caricato bici, moglie e bagagli sull'auto e sono
partito alla volta del Belgio, destinazione Neuprè, alla periferia
di Liegi - partenza ovviamente tardi (ore 11) e tirata fino ad Aachen
a cira 50 km da Liegi.
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L'indomani,
dopo una rapida visita alla città ed alla tomba di Carlo Magno
abbiamo goduto della squisità ospitalità di Jacque e
della sua famiglia - dopo un pranzo sontuoso abbiamo visitato in auto
i dintorni di Liegi, il Castel di San Lambert, la omonima fabbrica
di
cristalli, Huy
con il suo muro, breve ma con pendenze terribili.
Il
giorno dopo, visita alla città di Liegi, percorrendo le celbri
salite che precedono l'arrivo della Liegi-Bastogne-Liegi: Sart Tilmann,
St. Nicolas e la Côte d'Ans o salita degli italiani, lungo la
quale ho sostato nella Brasserie Le Capricorne, il cui proprietario,
Pino Rizzo, è cugino del mastro artigiano ciclista artista
ed amico Salvatore Prato di Alassio ma nato da queste parti. |
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Il
pomeriggio, 50 km in bici con Jacques nelle campagne attorno a Neupré
: non sembrava di percorre strade normali ma i viali di un parco curato
da insuperabili giardinieri: prati verdissimi con mucche al pascolo, castelli,
laghetti, fagiani in piena libertà, fattorie in pietra e tanti
dolci saliscendi percorsi in piacevole conversazione e senza affanno.
La mattina della domenica, non potendo partecipare alla cicloturistica
per un improvviso impegno che richiedeva la nostra presenza in Italia
quella sera stessa, mi sono recato alla partenza, abbiamo fatto le foto
di rito con le divise UIC, ho salutato i miei nuovi amici e siamo ripartiti
alla volta dell'Italia, via Lussemburgo, Basilea.
Un'esperienza piacevolissima tra "vecchi" amici,
paesaggi stupendi e la promessa di ritrovarci l'anno prossimo con più
tempo e più calma per fare quello che non è stato possibile
fare adesso: La Redoute, il Muro di Huy, la Randonnée e tante altre
cose.
Grazie, Jacques, grazie a te e alla tua famiglia.
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Ancora... Tullio
e la Bala
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Il
27.09.03,. linfaticabile Tullio ha ripercorso le Creste
della Bala, partendo da Anfo, Bagolino, il Croce Domini, Passo
Maniva, Passo Rosa di Baremone, Anfo, per un totale km. 74,
dislivello mt. 2.200 -i 4 amici dell'UIC sono:
1. Dimitri Pompermaier
2. Fabrizio Pompermaier
3. Alessandro Mauri
4. Tullio Pavanelli
nei
boschi dopo Bagolino
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in
azione sui tornanti
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....
ti ho quasi preso
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.....
e non ti mollo
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è
dura col sacco in spalla
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il
primo valico
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foto
di gruppo
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foto
di gruppo (meno uno)
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A |
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Il Monte Baldo
di
Carlo Colombo
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Documentazione
fotografica:
clicca qui |
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Tra Valtellina
ed Engadina - al cospetto di sua maestà lo Stelvio
di
Carlo Colombo
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Località
di partenza e arrivo: Bormio, mt. 1215
Percorso: Bormio - Passo del Foscagno - Passo d'Eira - Livigno
- Galleria Ponte del Gallo - Passo dal Fuorn - St. Maria - Umbrailpass
- Passo dello Stelvio - Bormio Lunghezza:
km. 116 circa
Dislivello: mt. 3100 circa
Stato del manto stradale: Piuttosto buono, anche il tratto sterrato
lungo la salita dell'Umbrailpass è ben tenuto, senza buche, molto
compatto e con ghiaietto Eventuali suggerimenti per la visita:
Accertarsi che non vi siano interruzioni sul percorso e che le condizioni
meteo siano buone e stabili; inoltre la galleria di Ponte del Gallo (ben
illuminata) è a senso alterno regolato da semaforo che nel senso
proposto è verde all'ora e alla mezz'ora, quindi regolatevi di
conseguenza onde evitare lunghe attese. Come arrivarci: Da Milano si percorre
la superstrada SS36 "Nuova Valassina" fino a Colico dove si
imbocca la SS 38 del Passo dello Stelvio che percorre tutta la Valtellina
fino a giungere a Bormio. Come tempistica considerate di impiegarci almeno
2 ore e 30 minuti da Milano in condizioni di traffico normale. Sconsiglio
caldamente la domenica!
Data della ricognizione:19 luglio 2003
Documentazione fotografica:
clicca qui
Il giro nel dettaglio
E' salita clemente quella che porta prima al Passo del Foscagno e quindi
al Passo d'Eira, unica nota negativa il traffico turistico diretto a Livigno;
per questo si consiglia una partenza di prima mattina. Siamo nell'alta
Valtellina, zona che ciclisticamente ha scritto epiche pagine in quasi
tutti i giri d'Italia finora disputati e in cui solo il nome delle salite
fa sognare (Stelvio, Gavia, Bernina, Mortirolo e chi più ne ha
più ne metta) vero paradiso per i grimpeur e per gli amanti della
montagna con grandi colli alpini over 2000 metri, insomma merita un soggiorno.
Il circuito ad anello che vi vado a proporre prende l'avvio da Bormio
e tocca in successione 5 passi di grande fascino:Foscagno, Eira, Fuorn,
Umbrail e Stelvio. Tutti e 5 superiori ai 2000 metri, i primi tre non
eccessivamente impegnativi, ma gli ultimi 2 che possono essere ritenuti
una sola salita (il terzo versante dello Stelvio in pratica) molto impegnativo
dato anche il fatto che arriva per ultimo . Insomma, un circuito che consiglio
caldamente a chi ha già esperienza di giri impegnativi e vuole
scoprire anche un versante quasi mai ricordato del mostro sacro
Stelvio.
Lasciamo dunque la graziosa cittadina di Bormio nota al grande pubblico
come sede di passate edizioni di campionati del mondo di sci alpino e
famosa stazione sciistica. Percorriamo un breve tratto in leggera salita
della statale 38 del passo dello Stelvio che all'uscita del paese abbandoniamo
svoltando a sinistra seguendo le indicazioni per Valdidentro e Passo del
Foscagno ; iniziamo a pedalare lungo la SS301 prima in leggera discesa
e dopo circa 1 km inizia un bel pianoro e giunti all'abitato di Pece in
alto sulla destra possiamo ammirare le note "Torri di Fraele"
. Raggiunta poco dopo Isolaccia iniziamo la salita al Passo del Foscagno
osservando alla nostra sinistra l'imponente mole della Cima de' Piazzi
che con i suoi 3439m domina la vallata, splendido alla vista risulta il
suo ghiacciaio inondato dai raggi mattutini. La salita è abbastanza
impegnativa anche se piuttosto regolare (pendenza media 6%) però
il dislivello di 941 m e la lunghezza di 15,5 km impongono un'attenta
distribuzione dello sforzo in considerazione delle successive salite .
Si risale nel primo tratto la Val Viola quindi la strada si fa più
panoramica e l'ultimo tratto a partire dalle gallerie antivalanga si snoda
in un tipico ambiente d'alta montagna dominato dalla prateria alpina.
Giunti al passo (2291 m.s.l.m.) sede di una prima dogana iniziamo una
veloce discesa di circa 4,6 km per una strada ampia e nel contempo gettiamo
lo sguardo sugli stupendi panorami che si aprono alla nostra vista. In
breve raggiungiamo la località di Ponte del Rezz dove inizia la
salita di circa 3 km. al Passo d'Eira (2210 m.s.l.m.) caratterizzata da
una pendenza media del 6.3% e da tre brevi strappi abbastanza impegnativi.
A questo punto giù il "rapportone" e lasciamo scorrere
la nostra bici verso Livigno togliendoci il lusso di distrarci ammirando
la splendida vallata che si apre ai nostri occhi. L'abitato di Livigno,
allungato lungo il torrente Spöl è prevalentemente composto
da infrastrutture turistiche e commerciali. Sostiamo per ristorarci e
fare rifornimento di acqua freschissima ad una delle numerose fontane
e ci dirigiamo verso il confine svizzero costeggiando per circa 10 km
il lago artificiale del Gallo. La bella strada è stata negli anni
scorsi oggetto di importanti lavori per la costruzione di gallerie antivalanga
che comunque non impediscono la vista del lago e delle belle montagne
che lo contornano. Alla fine giungiamo all'imbocco della galleria in località
Punt del Gallo: il transito è regolato da semaforo che scatta nella
nostra direzione all'ora e alla mezz'ora. La galleria è ben illuminata,
munita di corsia preferenziale per le bici sul lato sinistro ma piuttosto
fredda, quindi si consiglia caldamente l'uso di una mantellina con maniche
lunghe (tipo Wintex). Sbuchiamo dall'altra parte in località Punt
la Drossa e svoltiamo a destra iniziando subito la salita al Passo dal
Fuorn. La strada ampia si snoda in una splendida vallata fiancheggiata
da imponenti monti e foreste di conifere con numerose aree di sosta numerate
(tipica meticolosità svizzera!) per i primi 3 km con una pendenza
media del 5% , poi per i successivi 5 km addirittura scende al 3% ; solo
gli ultimi 1700 m alla vetta sono impegnativi con pendenza media del 9%
finchè in corrispondenza di una tipica "gasthoff" raggiungiamo
il Passo dal Fuorn (2149 m.s.l.m.) . Ci fermiamo per una breve sosta e
non possiamo fare a meno di ammirare la vallata di Müstair che si
apre sotto di noi mentre in lontananza spicca su tutte la vetta innevata
dell'Ortles . Bella e pedalabile è la discesa verso St. Maria caratterizzata
nella prima parte da una serie di tornanti, successivamente da lunghi
rettilinei. Dopo circa 13 km giungiamo a St. Maria , riempiamo le borracce
di acqua montana e iniziamo l'ultima, impegnativa fatica, 13.2 km con
pendenza media dell'8,5% e dislivello di 1126 per raggiungere l'Umbrailpass.
Lasciata St. Maria inizia un bel tratto tortuoso all'interno di una foresta
di conifere con ampie vedute sul paese e in lontanaza vediamo addirittura
il passo dal Fuorn, quindi ci addentriamo nella vallata e mano a mano
la vegetazione si dirada. In questa parte la pendenza diminuisce ma la
fatica si fa ugualmente sentire dato che il fondo per circa 3 km diventa
sterrato anche se in ottime condizioni. Al termine e fino al passo le
pendenza torna ad aumentare e solo il panorama ci distrae e attenua la
fatica. Giunti al passo c'è solo il tempo di rifiatare che ci immettiamo
sulla statale dello Stelvio proveniente da Bormio in corrispondenza della
dogana e iniziamo gli ultimi 3,5 km di salita . Il mitico Stelvio è
lì davanti a noi , sembra di poterlo toccare ma la pendenza costante
all'8% non ci dà tregua e solo il desiderio di conquistare una
simile vetta ci inietta nuova linfa nei muscoli ormai affaticati . Alla
fine raggiungiamo il valico brulicante di gente e ci andiamo a rifocillare
con strüdel, panino allo speck e birra. Dopo un'ora e mezza trascorsa
sulla terrazza del ristorante ad abbronzarci (e non sto scherzando, eravamo
a torso nudo!) e a gozzovigliare, ripartiamo ormai soddisfatti e scendiamo
verso la Valtellina rimanendo estasiati dai bellissimi scorci che si aprono
ai nostri occhi. Le cascate del Braulio sono veramente maestose. Ben presto
però le prime case di Bormio si avvicinano e concludiamo questa
indimenticabile giornata.
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